1. Home
  2. CAMALDOLI
  3. Camaldoli 2024: «Transizione energetica e trasformazioni economiche. Comprendere le sfide di oggi per cambiare mentalità»

Camaldoli 2024: «Transizione energetica e trasformazioni economiche. Comprendere le sfide di oggi per cambiare mentalità»

0

A conclusione della Settimana Teologica del Meic – che si è svolta dal 26 agosto ad oggi a Camaldoli – si è tenuta la tavola rotonda interdisciplinare sul tema “Transizione energetica e trasformazioni economiche. Comprendere le sfide di oggi per cambiare mentalità”, che ha visto gli interventi di Andrea Tilche, della National Technical University of Norway e Francesco Salustri, dell’Università degli Studi di Roma Tre, con la moderazione di Emanuela Chiang, del Movimento Laudato Si’. A seguire le conclusioni del presidente nazionale del Meic, Luigi D’Andrea.

Il professore Andrea Tilche ha parlato inizialmente del «problema climatico che ci troviamo di fronte, il quale troppo spesso non è complesso nella sua grandezza e gravità», spiegando ai presenti come è iniziato e a cosa ha portato l’uso dei combustibili fossili e dunque la produzione di inquinamento per mezzo del carbonio costantemente bruciato in tutto il Pianeta. Da qui la conseguenza che «è necessario – ha spiegato il professore – la presa di consapevolezza che non basta ridurre o comunque in qualche modo abbassare le emissioni, ma l’unica strada da percorrere è quella drastica di azzerarle, subito, dunque uscire da quel periodo storico (nato con la Rivoluzione Industriale) che ha portato l’uomo a produrre questo tipo di inquinamento».

La relazione del professore Tilche è poi proseguita spiegando le varie strade possibili «per uscire da questo inquinamento: ovvero le tante tecnologie che già abbiamo che ci permettono di produrre energia a bassi costi e senza inquinare: pensiamo alle energie rinnovabili, alle automobili e ai macchinari elettrici». All’obiezione degli elevati costi per la produzione e l’implementazione di queste nuove tecnologie, il professore ha spiegato che «è un falso mito da sfatare: è vero, infatti, che i costi iniziali sono elevati, ma sono bassissimi quelli che verranno dopo e dunque nel totale si tratta di costi complessivi nettamente inferiori rispetto a quelli che attualmente sosteniamo con i vecchi e inquinanti metodi di produzione di energia». 

L’altro punto importante toccato dal docente è stato quello degli attori che «giocano questa partita cruciale per l’umanità». Ci sono sia dei “nemici” da sconfiggere, ovvero i grandi colossi produttori di energia che hanno interessi altrettanto enormi «e per questo remano contro la transizione energetica». Ci sono poi i cittadini comuni, che allo stesso tempo sono – nel loro piccolo – «causa dell’inquinamento, utilizzando determinati combustibili, ma anche e soprattutto sono vittime dei cambiamenti climatici e di un Pianeta destinato ad ammalarsi ancora di più se non facciamo qualcosa». Infine, sia grandi che piccoli attori sono, insieme e ognuno nel proprio ambito, «attori responsabili», poiché il cambiamento di mentalità e dunque il cambiamento in favore di una sana ecologia «passa da tutti, nessuno escluso: sia i colossi, le Istituzioni e gli Stati chiamati ad arrivare all’obiettivo di emissioni zero, sia noi cittadini chiamati a fare la nostra parte».

Il professor Francesco Salustri ha invece sottolineato il concetto di «transizione ecologica giusta» e per “giusta”, ha spiegato il docente, «non dobbiamo concentrarci solamente sull’innovazione e sul cambiamento tecnologico, sicuramente molto importanti, ma anche come cambiare il sistema economico che sta tutto intorno, sia a livello locale che mondiale».

E proprio il paradigma economico va cambiato, ha evidenziato Salustri, «mettendo la persona al centro e le relazioni tra le persone al centro del mondo economico». Secondo Salustri, infatti, «quando le persone prendono consapevolezza che non sono solo consumatori, ma sono anche protagonisti del mercato e con le loro scelte possono cambiare il sistema economico, allora la transizione ecologica diventa “giusta” e sostenibile, dove per “giusta” intendiamo che non lascia indietro nessuno».

Ecco dunque la connessione tra mondo economico e transizione ecologica e, infine, cura dell’ambiente. «Tutte le nostre scelte – ha precisato il professor Salustri – hanno un impatto, anche le “non-scelte” e il non prendere consapevolezza. Una volta che capiamo che tutte le nostre scelte hanno un impatto, possiamo scegliere, sia sui prodotti quotidiani di prima necessità, sia sui grandi investimenti, come orientare i nostri consumi affinché il mercato segua la nostra strada e non viceversa». Dopodiché il relatore ha portato all’attenzione l’aspetto, fondamentale, che «siamo tutti, allo stesso tempo, sia consumatori che produttori, sia cittadini, sia lavoratori» e lo ha fatto portando – tra i vari esempi – quello del normale acquisto di un bene. «Quando compriamo qualcosa – ha spiegato – non dobbiamo per forza sempre puntare a ciò che costa meno, perché spesso quello significa che alle spalle non c’è un lavoratore correttamente pagato. Quando siamo dall’altra parte, ovvero quando siamo lavoratori – ha aggiunto – vogliamo essere pagati correttamente e dunque dobbiamo essere bravi a unire questi due aspetti». Anche da questo punto di vista – ha concluso – «passa una trasformazione economica corretta che porta a sua volta a una cura di ciò che ci circonda».