Si chiude la Settimana Teologica 2024 a Camaldoli. Il bilancio del Presidente D’Andrea
Si è conclusa oggi – 30 agosto – la cinque giorni del Meic dedicata alla Settimana Teologica, sul tema “Prendersi cura del Creato”, che come sempre si è tenuta come sempre presso la Foresteria del Monastero di Camaldoli.
Una settimana ricca di iniziative, incontri, convegni, dibattiti e tavole rotonde che hanno svariato dai temi più teologici e spirituali a quelli più giuridici, ecologici, ambientali e comunitari. A tracciare le conclusioni dell’intera iniziativa è stato il presidente nazionale del Meic Luigi D’Andrea.
Nelle sue conclusioni il presidente ha ringraziato tutti i partecipanti e gli ospiti relatori intervenuti nei cinque giorni di convegno e tavole rotonde. Ha ribadito l’importanza di occuparsi di ambiente e cura del creato per una realtà così immersa nel quotidiano e nella cultura come il Meic e ha ricordato «la frase che io stesso ho portato all’attenzione dei nostri soci all’ultima assemblea nazionale di aprile, ovvero il mai senza l’altro». Secondo il presidente D’Andrea, infatti anche e forse soprattutto «nel rapportarci con l’ambiente che ci circonda dobbiamo vivere con l’altro, con gli altri essere viventi e le altre creature, proprio perché – ha sottolineato – la questione relazione è fondamentale nel prendersi cura del Creato e non a caso è stata ricordata più volte in questi giorni».
L’altro punto toccato dal presidente nelle sue conclusioni è stato quello della complessità. «Abbiamo ascoltato in questi giorni – ha affermato – quanto sia complesso prendersi cura dell’ambiente e quanto la natura stessa sia formata ma miliardi e miliardi di sistemi complessi, dalla più grande galassia a una semplice ciglia che in realtà è già di per sé un sistema complesso. Dobbiamo dunque fare i conti con questa complessità ma allo stesso tempo non farci scoraggiare dal prendere decisioni e comportamenti importanti per rispettare ciò che ci circonda».
Poi la questione del primato dell’uomo, come altro e fondamentale punto. «È innegabile – ha spiegato il presidente – che l’uomo abbia un primato nei confronti della Natura e ce lo dicono anche le Scritture. Questo però- ha precisato – non significa avere il potere di dominare e di farlo a sproposito, significa semmai avere la responsabilità di custodire ciò che Dio ci ha messo in mano».
Infine, citando Pascal – e il suo concetto di “stare in mezzo” tra le cose infinitamente piccole e infinitamente grandi, il presidente D’Andrea ha spiegato che «il Meic è chiamato a fare cultura e creare consapevolezza proprio in riferimento al fatto che come uomini ci troviamo in mezzo tra la Natura e Dio».
A margine del suo discorso ha poi stilato un bilancio generale di questi giorni. «Credo che quella appena conclusa sia stata una bella Settimana Teologica, molto ricca di riflessioni, spunti e prospettive riguardo a un tema così articolato. Il tema della cura del Creato richiede, come abbiamo visto in questi giorni, una profondo riflessione teologica ma non può essere affrontato in maniera credibile senza guardare anche agli aspetti scientifici, economici, giuridici, filosofici e proprio in questi giorni abbiamo cercato di intrecciare questi saperi e credo che ci siamo riusciti, facendo venire fuori delle discussioni anche molto suggestive».
Secondo il presidente, inoltre, «il bilancio di questi giorni ci dice anche che su questi temi c’è ancora molto da fare, perché la realtà è in rapido divenire e i tempi che viviamo non ci consentono di rimanere fermi. Dunque – ha aggiunto – dobbiamo vivere il periodo storico che muta proponendo sempre le nostre riflessioni e credo che, da questo punto di vista, questa Settimana Teologica abbia segnato per noi una tappa importante e cercheremo di farne un tesoro prezioso, non solo per noi e per la nostra crescita, ma anche di tutti i nostri gruppi locali e in generale della comunità ecclesiale italiana. Siamo chiamati, infatti – ha precisato – a intrecciare relazioni efficaci e durature anche con altri soggetti come l’Azione Cattolica e non solo che possono condivide il nostro stesso cammino». Infine, «quanto emerso in questi giorni – ha concluso – ci ha fatto capire anche che possiamo, se ci impegniamo, dare un contributo alla società italiana e all’Europa, poiché abbiamo affronto temi che non riguardano solo i credenti».