Camaldoli 2024: «Il Vangelo del Creato tra gemiti e (ri) creazione»
Il secondo incontro di oggi, martedì 27 agosto, durante la Settimana Teologica 2024 del Meic a Camaldoli, si è concentrato sul tema “Il Vangelo del Creato tra gemiti e (ri) creazione”, con l’intervento del biblista don Emilio Salvatore, della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione “San Luigi” di Napoli.
«La Creazione attraversa tutta quanta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, però il Nuovo apre uno squarcio di novità sulla teologia della Creazione e in particolare di “nuova” Creazione come afferma l’apostolo Paolo. Uno spunto fondamentale per noi cristiani per affrontare le tematiche legate all’ambiente», ha spiegato don Emilio Salvatore. Una riflessione che ha portato il biblista a parlare, appunto di «una sorta di teologia della ri-creazione, che pone prospettive nuove nel modo di rapportarci con in Creato, sentendoci parte integrante di esso e riuscendo così ad ascoltare il grido che ci viene dalla Terra e dall’umanità».
Secondo don Salvatore, inoltre, la nuova Creazione – così come intesa da san Paolo – «è un fatto concreto che implica una ristrutturazione, una nuova configurazione del popolo di Dio e dunque del popolo dei credenti in Cristo, poiché l’umanità quando è nel Signore, diventa un qualcosa di nuovo». Ecco dunque che l’intervento del sacerdote ha toccato anche i punti più concreti dell’agire per custodire l’ambiente, sempre alla luce delle letture teologiche che dell’argomento si possono fare. «I passi paolini sull’essere una persona nuova se siamo in Cristo pongono l’accento sulla questione delle relazioni – ha spiegato – in particolare su quelle comunitarie tanto tra credenti che tra non credenti, ma non ci si deve fermare qui – ha sottolineato il sacerdote – poiché ci impegnano anche nelle relazioni tra uomo e Creato».
Ma quali spunti proprio il Vangelo può dare all’umanità per un concreto sviluppo sostenibile e una corretta cura dell’ambiente? Alla questione don Emilio Salvatore ha riposto sottolineando che «il Vangelo della Creazione è una buona notizia per tutta l’umanità. La testimonianza della buona novella che è il Creato – ha spiegato – non nascondendo tutte le problematicità e le complessità oggi abbastanza evidenti, si riversa inevitabilmente in un atto di responsabilizzazione che tocca i credenti in primo luogo e tutto il resto della società, della politica. Dunque – ha concluso – ci invita a porci in maniera diversa nei confronti dell’ambiente, della natura, del clima. Ciò che ci circonda, infatti, non deve più essere visto né trattato come qualcosa di oggettuale, dunque di cui disporre come ci pare e piace, ma come un qualcosa con cui siamo intimamente connessi e che per questo necessità di cura, attenzione, ascolto».