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La nostra storia

Il MEIC ha origine nel Movimento laureati di Azione cattolica, fondato nel 1932 da Igino Righetti e Giovanni Battista Montini, all’epoca presidente ed assistente della Federazione universitaria cattolica italiana: giunge così a compimento il progetto di dare continuità alla formazione religiosa e intellettuale dei giovani fucini, dopo gli anni universitari, attraverso una specifica associazione.

Nel corso degli anni Trenta, nel progressivo restringimento degli spazi pubblici operato dal fascismo è sviluppato particolarmente il tema delle professioni, che consente di inserirsi nella sfera sociale, ponendo l’accento sulla dimensione etica. Importante strumento di comunicazione diventa la rivista «Studium», ereditata dalla Fuci, attraverso la quale si cerca di animare il dibattito culturale. Ad essa si affianca il «Bollettino di Studium», uscito nel 1935, inizialmente come supplemento della rivista, al quale affidato il compito di curare il collegamento con i gruppi periferici. A partire dal 1936, sono promosse a Camaldoli le settimane di cultura religiosa, che permettono di allargare la riflessione a quanto pulsa nella teologia europea. Dopo la morte di Righetti, nel 1939 la segreteria centrale è assunta da Vittorino Veronese.

Nel luglio del 1943, è elaborato un documento programmatico, che poi è pubblicato nel dopoguerra con il titolo Per la comunità cristiana. Principi dell’ordinamento sociale, ma che è meglio conosciuto con il nome di «Codice di Camaldoli», nel quale sono contenute proposte per la ricostruzione del paese. Alla ripresa della vita democratica, i Laureati cattolici, guidati da Aldo Moro nel biennio 1945-1946, promuovono l’istituzione delle unioni professionali, che intendono manifestare un’attenzione specifica nei diversi ambiti della cultura. L’associazione costituisce un serbatoio importante per la classe dirigente cattolica alla guida del paese. Al centro della riflessione, si collocano ora i grandi temi della vita politica e della ricostruzione dello Stato: significativo, in questo senso, è il tema del X Congresso del 1948 incentrato su «Verità e libertà nella convivenza democratica». Con la riforma degli Statuti dell’Azione cattolica italiana del 1946, è ridefinita la struttura organizzativa, che fa capo a un presidente di nomina pontificia. Alla presidenza si alternano prima Giovanni Battista Scaglia (1946-1949) e poi Silvio Golzio (1949-1964). Nel 1955 l’assistentato centrale è assunto da Emilio Guano, già vice-assistente del movimento. Nel 1947 i Laureati cattolici lanciano una nuova testata, che assume la denominazione evocativa di «Coscienza».

Nel corso degli anni Cinquanta, ritornano al centro dell’attenzione le tematiche della vita professionale e del ruolo degli intellettuali, declinate in una realtà in profondo cambiamento. L’orizzonte si allarga alle problematiche internazionali, grazie anche ai collegamenti che si approfondiscono con la sezione dell’International catholic movement for intellectual and cultural affairs (Icmica) di Pax Romana, fondata a Roma nel 1947 come associazione internazionale di professionisti ed intellettuali cattolici, che si collega al movimento di Pax Romana, iniziato nel 1921 per gli studenti universitari.

Non è privo di significato che l’ultimo congresso della lunga presidenza Golzio, celebrato nel 1964, sia dedicato a «Il Concilio Vaticano II nell’attuale momento storico». L’assise rappresenta idealmente un momento di passaggio nella storia del Movimento laureati, che, sotto la presidenza di Gabrio Lombardi (1964-1970), approfondisce la propria identità alla luce delle sollecitazioni conciliari. Contestualmente i Laureati cattolici avviano una riflessione culturale orientata a porre le basi per una convivenza civile che si rende più problematica.

Negli anni Settanta, durante la presidenza di Romolo Pietrobelli, il movimento si pone come «coscienza critica» della Chiesa in una «società in movimento», come recita il titolo del Congresso del 1973. Esso comincia ad affrontare l’esigenza di un rinnovamento identitario, per uscire dall’isolamento in cui rischia di essere relegato, anche per il mancato ricambio interno. Il cammino sfocia nel 1980 con la fondazione del Movimento ecclesiale di impegno culturale, che, riallacciandosi alla tradizione, nella nuova denominazione e struttura intende essere un riferimento per il mondo culturale cattolico.

(Fonte: Istituto Paolo VI per la Storia dell’Azione Cattolica e del Movimento cattolico in Italia)