Camaldoli 2024: «Coscienza ecologica ed educazione alla pace: aspetti eco-teologici e applicativi»
Si è tenuta nella serata di mercoledì 28 agosto – nel contesto della Settimana Teologica del Meic a Camaldoli – la riflessione comunitaria sul tema “Coscienza ecologica ed educazione alla pace: aspetti eco-teologici e applicativi”, animata da Carlo Cirotto, biologo; Fabio Caporali, ecologoco; e don Pino Lorizio, teologo.
Carlo Cirotto, che ha moderato e coordinato l’incontro, ha subito portato all’attenzione dei presenti la stretta connessione tra coscienza ecologica e pace, il tutto sotto l’aspetto della biologia. «La biologia moderna e un po’ tutta la scienza – ha spiegato – ci dice, riguardo al nostro posto nel mondo, che siamo intimamente uniti a tutti quanti gli esseri viventi e anche alla materia inanimata. La biologia, inoltre, da sempre ci fa capire che le nostre vite dipendono dalle vite di tanti altri esseri, anche di quelle di cui neanche conosciamo l’esistenza o sappiamo ancora molto poco».
Tra i tanti esempi portati da Cirotto quello «del fenomeno delle simbiosi, cioè della “vita insieme” dal punto di vista biologico e tutti gli scambi che ne conseguono, il che ci porta ad essere, addirittura ogni giorno, con oltre 40mila specie viventi diverse. Già questo basta per capire la complessità delle nostre vite e del nostro mondo – ha spiegato – ma soprattutto per farci capire la profonda responsabilità e coscienza che dobbiamo avere e porre in essere per mantenere la nostra pace e la pace degli equilibri universali».
Fabio Caporali, invece, ha sottolineato l’importanza dell’argomento «fin dal titolo, che presente le parole chiave dell’educazione, della pace e della coscienza ecologica e si possono facilmente declinare. Innanzitutto la pace – ha spiegato – che è l’obiettivo da raggiungere, pur sembrando irraggiungibile e per questo la pace stessa va considerata un progetto, che va a sua volta realizzato attraverso il mezzo dell’educazione e la coscienza ecologica». Secondo Caporali, inoltre, «stabilire un ponte tra pace e coscienza ideologica significa individuare un’altra parola chiave, che è la cooperazione, da realizzare in più ambiti. In primis – ha ricordato – la stessa pace è una relazione, poiché si è in pace quando si è in relazione con se stessi, poi c’è la relazione con gli altri (quindi la pace sociale); c’è la relazione con l’ambiente (dunque pace ambientale) e infine si può parlare di relazione e pace con Dio».
L’ecologo ha inoltre spiegato ai presenti che la cooperazione in quanto relazione perenne «è facilmente individuabile attraverso i verbi che utilizziamo quotidianamente: pensiamo alla relazione con l’aria perché respiriamo, con l’acqua perché beviamo, con il cibo perché ci nutriamo, con gli altri perché dialoghiamo e parliamo e ascoltiamo. Dunque tutte queste relazioni vanno affrontate e indirizzate nel modo corretto affinché ci siamo pieno armonia tra il mondo dell’uomo e gli interessi della comunità vivente: quindi l’ecosistema planetario e locale». L’imperativo categorico, di conseguenza, è quello di realizzare progetti e azioni in sintonia con l’ambiente e gli ecosistemi. Lo stesso Fabio Caporali, in tal senso, ha portato all’attenzione dei presenti un progetto promosso con il Meic di Pisa e l’Università di Pisa sull’agricoltura sostenibile presso l’Istituto di Ricerche agro-ambientali.
Don Pino Lorizio ha spiegato che l’uomo, attualmente, ha in mano un potere drammatico, quello addirittura di «anticipare la fine del Mondo», a causa delle altrettanto drammatiche azioni contro l’ambiente, contro la natura e contro l’uomo che porta avanti ormai da decenni. Lo scenario attuale del Pianeta e della storia dell’umanità, secondo monsignor Lorizio, «palesa un cambiamento radicale in atto» e tutto è nato «con l’antropocene che a sua volta secondo me – ha spiegato – possiamo far risalire alla Rivoluzione industriale, nonostante il dibattito su quando nasca o meno è dibattuto». E’ in quel momento – ha ricordato – che «l’uomo comincia a incidere pesantemente sull’ambiente e sul Pianeta e qui si innesta il dibattito teologico sul ruolo dei cristiani e in generale sulla questione morale, poiché il cristiano è chiamato a confrontarsi con la modernità».
Secondo don Pino Lorizio, infatti, «in particolare noi cristiani, ma non solo, dobbiamo fare i conti con le radici giudaico-cristiane del mondo occidentale e di conseguenza con le tecnologie e la tecnica che lo stesso mondo occidentale ha creato in particolare negli ultimi due secoli. E che cosa è la nostra fede se non una “tecnica” della religione? Ecco dunque che siamo chiamati – ha precisato – ad abitare in maniera autentica e solidale il mondo che ci circonda, il tutto per mezzo della grazie di nostro Signore».