Camaldoli 2024: «Ripensare il bene comune e i beni inclusivi: diritto ed ecologia»
“Ripensare il bene comune e i beni inclusivi: diritto ed ecologia”. È stato questo il tema del primo incontro della Settimana Teologica 2024 del Meic (che si svolge in questi giorni, dal 26 al 30 agosto, presso il Monastero di Camaldoli). Ad intervenire è stata la professoressa Agata Cecilia Amato Mangiameli, docente di Filosofia del Diritto dell’Università di Tor Vergata a Roma.
L’intervento della professoressa Amato ha preso spunto innanzitutto dai due concetti di “Ambiente” e “Natura”. Il primo termine deriva dal participio presente del verbo ambire, che significa andare intorno, circondare. Dunque la nozione di ambiente chiama in causa una serie variegata di elementi: organismi, animali, ma anche il suolo, l’aria, il sottosuolo e così via. Il termine natura, invece, proviene sempre dal latino e non indica semplicemente l’insieme di elementi animati e inanimati ma allude a una dimensione più alta, più completa. Non a casa spesso alla Natura (e non all’ambiente) si associazioni nozioni quali la generazione, le leggi, la vita e la creazione stessa.
La professoressa Amato ha poi basato la sua relazione su 6 punti fondamentali, incentrando tutta la discussione sul «Diritto e il rapporto tra uomo e natura», come ha spiegato ai presenti. «Anche le normative nazionali, europee e internazionali – ha sottolineato – si basano sulla differenza etimologica tra “Ambiente” e “Natura”», mentre il secondo punto ha posto un focus su sulle teorie dell’antropocentrismo e del biocentrismo, collegandosi poi al terzo punto, ovvero «lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare», definiti dalla stessa professoressa Amato come «fondamentali e imprescindibili nel loro essere trattata e abbracciati dalla società attuale, soprattutto alla luce dei moderni cambiamenti climatici, sociali e geopolitici».
La docente dell’Università di Tor Vergata si è poi soffermata sul quarto punto della sua relazione, spiegando ai presenti la necessità di un «ripensamento del diritto e del suo paradigma anche e in particolare alla luce della scienza ecologica». Un concetto ancor più fondamentale – ha precisato – poiché si collega alla questione dei beni (quinto punto della relazione) «in particolare quelli inclusivi, che l’individualismo possessivo dell’odierna società materialista e consumistica ha messo da parte, a discapito proprio del bene e della salute non solo dell’ambiente stesso, ma anche degli individui».
Infine, a conclusione dell’intervento, la professoressa ha citato «i doveri, dunque non solo i diritti, che riguardano l’uomo in relazione alla natura e all’ambiente», proprio a voler trarre un bilancio di quanto affermato, poiché – ha spiegato – «tutto ciò di cui ci occupiamo in termini di politiche e azioni “green” hanno inevitabilmente a che fare con la questione della responsabilità dell’uomo». Numerosi, a margine dell’incontro, gli interventi da parte dei partecipanti, che hanno instaurato un fitto dibattito.