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Il vescovo Fontana: impegnatevi nella cultura

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Si è concluso con un invito ad un impegno più deciso nel proprio ambito culturale e sociale, l’incontro di mercoledì mattina tra l’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, emerito di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, e i partecipanti alla Settimana teologica del Meic.

“Prendersi cura degli altri come scelta pastorale” era il tema della mattinata che è stata introdotta dal saluto dell’assistente nazionale del Meic mons. Giovanni Soligo, il quale ha ringraziato mons. Fontana per la sua disponibilità e ne ha ricordato il lungo e fruttuoso servizio episcopale, dagli ultimi 15 anni nella diocesi aretina e precedentemente nella Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, ai 23 anni di servizio nella Diplomazia vaticana.

Il confronto / intervista

È seguito un il confronto fatto di domande e risposte ricche di testimonianze, una sorta di lunga intervista condotta nella prima parte dalla direttrice della rivista del Meic “Coscienza”, Maria Rita Valli, e poi dai presenti con i loro interventi.

Il “prendersi cura degli altri” si è ben presto mostrato essere un modo di rileggere l’esperienza cristiana a tutto tondo. Dalla sua stessa esperienza mons. Fontana ha tratto episodi, momenti, che nella loro varietà hanno offerto una molteplicità di spunti di approfondimento e riflessione. Dall’invito a partire “sempre dalla Parola di Dio” e a “stare in mezzo alla gente”, ricordando gli anni della sua formazione a Roma, fino all’invito ad educare i giovani, e non solo, alla libertà alla capacità di pensare in modo autonomo, come risposta a chi gli ha posto il grande tema dell’influsso dei social e del web nella formazione delle giovani generazioni.

Dall’impegno culturale alla carità concreta

Mons. Fontana ha ricordato la lungimiranza del Cardinale Poletti che negli anni ‘70 del secolo scorso si impegnò superando anche aspre resistenze, per ridare senso di comunità e struttura alla diocesi di Roma. Uno di questi momenti fu nel 1974, con il convegno dedicato a La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e di carità nella diocesi di Roma, passato alla storia come il convegno sui Mali di Roma. Convegno affidato a don Luigi di Liegro, che era stato assistente del Movimento lavoratori della Gioventù di Azione cattolica di Roma (Giac). Dal quel convegno cinque anni dopo nacque la Caritas della diocesi di Roma, presieduta da don Di Liegro.

“Chi avrebbe mai immaginato di poter vedere la profezia entrare nella istituzione!” ha commentato mons. Fontana.

Dall’impegno “culturale” (il convegno), all’impegno concreto per rispondere ai bisogni dei poveri. Un legame più profondo di quanto appaia in certe rappresentazioni ecclesiali o mediatiche e che è emerso in altri passaggi della mattinata come negli interventi che hanno raccontato di esperienze di alcuni gruppi Meic.

Tra questi il gruppo Meic di Caserta, che in un recente convegno ha riportato l’attenzione sulla vita di don “Peppe” Diana, ucciso dalla mafia, raccogliendo in un “Libro rosso” le firme di coloro che si impegnano per una cultura della legalità; il gruppo Meic di Lodi, che nel 2017, insieme ad altre associazioni locali ha contrastato concretamente (con una raccolta fondi per consentire alle famiglie di pagare la mensa e con il ricorso contro il provvedimento) la delibera della giunta leghista che di fatto escludeva i bambini degli immigrati dalle mense scolastiche; il gruppo Meic di Torino, che si muove tra dialogo interreligioso, accoglienza e aiuto concreto agli immigrati.

Fontana: i cristiani non hanno nemici

Mons. Fontana ha sottolineato lo “stile” che deve caratterizzare la presenza e l’azione del cristiano nella comunità, oggi sempre più pluralista, sempre più in difficoltà nell’accoglienza delle diversità. Lo ha fatto citando san Paolo VI che diceva “i cristiani non hanno nemici”. La base della testimonianza cristiana “sono le relazioni che costruiscono rapporti”, ha aggiunto Fontana ricordando che non è la ‘legge’ a convertire ma è la relazione.

“Il ‘perfetto’ è in paradiso, non è in giro per il mondo”, ha ammonito Fontana.

La mattinata si è conclusa con l’invito dell’arcivescovo Fontana al Meic ad impegnarsi in modo deciso nel campo culturale, nella comprensione del rapporto tra Vangelo e vita, nella “incarnazione” della Parola, fino a ridare vita ad un impegno che abbia una dimensione politica, di quella politica che Paolo VI definì “la più alta forma di carità”.


Sul sito delle Edizioni Camaldoli si può acquistare la registrazione di tutti gli incontri della settimana teologica