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Incontro ecclesiale tra il Meic di Udine, di Lubiana (Slovenia) e di Klagenfurt (Austria)

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Rappresentanti di tre gruppi impegnati nel campo della cultura, MEIC di Udine (Friuli – Italia), SKI di Lubiana (Slovenia) e KAV di Klagenfurt (Carinzia – Austria), si sono incontrati presso il Monastero di Stična per un incontro ecclesiale. Il monastero, fondato nel 1136, svolse un ruolo culturale importante per l’Europa sino alla sua soppressione nel 1784; riaperto nel 1898 e di recente restaurato, è oggi meta di numerosi fedeli. Il gruppo udinese era guidato dalla prof.ssa Savina Deotto, quello sloveno dal prof. Matija Cenceli, quello austrico era rappresentato dall’ing. Hermann Dohr. Al termine dell’incontro è stata redatto da uno degli intervenuti una relazione che raccoglie le considerazioni espresse dai partecipanti.

RELAZIONE
Gli appartenenti a Movimenti ecclesiali di impegno culturale di tre diverse nazionalità (Slovenia, Austria e Italia), convenuti a Stična per visitare il Monastero e il Museo della religione che conserva la più antica e ricca collezione di manoscritti in latino della Slovenia, hanno preso coscienza dell’eredità che ci è stata tramandata dai monaci cistercensi. Con il loro lavoro nel campo dell’agricoltura, con le loro realizzazioni architettoniche e con l’attività di trascrizione di testi nella comune lingua latina, essi hanno promosso una comune cultura e sensibilità che ci ha permesso di realizzare oggi l’Europa unita. I partecipanti hanno espresso la volontà di continuare nel solco di questa antica tradizione culturale anche nella difficile situazione dell’Europa di oggi, in cui il nichilismo allontana sempre più l’uomo dai valori religiosi. Riflettendo sulla recente campagna di stampa riguardante i cosiddetti “preti pedofili” hanno espresso partecipazione al dolore delle vittime degli abusi sessuali la cui fede è stata messa a dura prova; hanno condannato il biasimevole comportamento di religiosi che hanno tradito la loro missione e infangato la Chiesa con le loro colpe; hanno deplorato la cattiva gestione di questi casi da parte di diverse autorità ecclesiastiche che avrebbero potuto prevenire molti di questi misfatti se avessero agito nell’interesse delle persone loro affidate; hanno espresso partecipazione al dolore del Papa e della larghissima maggioranza dei sacerdoti che lavorano duramente per essere buoni pastori. Hanno manifestato il loro apprezzamento per il Papa e per il suo fermo atteggiamento contro i cattivi comportamenti all’interno della Chiesa. Hanno deplorato il comportamento dei mass media, di movimenti e di singole persone ostili alla religione che hanno approfittato della situazione per sferrare pesanti attacchi alla Chiesa cattolica tentando di indebolirne il prestigio e di ostacolarne l’azione di evangelizzazione. Hanno espresso in questo momento delicato il loro impegno, la loro passione per la ricerca della Verità, la loro fedeltà ai valori evangelici, la loro unità con la Chiesa cattolica e col Papa.
Sentendosi corresponsabili all’interno della Chiesa, si sono augurati che tutti i cattolici si propongano modelli alti di comportamento cui aspirare, come quelli offerti da molti Santi che arricchiscono la storia della Chiesa universale e anche quella delle nostre Chiese locali.

Il redattore della relazione
(Guglielmo Scoglio, socio del Meic di Udine)