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Dialogo ebraico-cristiano: l’incontro di Acireale – Il video

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Sul tema “Il dialogo ebraico-cristiano: quale consapevolezza?” si è tenuta, presso il salone teatro della parrocchia di San Giovanni Bosco, frazione di Acireale, una tavola rotonda mercoledì 17 gennaio 2024 in occasione della 35° giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei.

L’evento è stato organizzato congiuntamente dallo Studio Teologico “S. Paolo” di Catania, dal Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) – gruppo di Acireale, dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Acireale, dall’Ufficio regionale degli Insegnanti di religione cattolica, dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) e dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Cei.

Gli interventi

A seguire, don Giuliano Savina, direttore Unedi, assente per motivi istituzionali, tramite un messaggio, ha espresso soddisfazione per la struttura dell’evento che risponde pienamente al metodo di lavoro dell’Unedi.

Ad aprire i lavori i saluti di Giulio Disegni, vicepresidente Ucei, il quale ha sottolineato l’importanza della conoscenza del mondo ebraico fra i cristiani, non solo sotto il profilo teologico ma anche culturale, specialmente nella attuale congiuntura storica tragicamente segnata dai fatti del 7 ottobre 2023, per arginare l’antisemitismo dilagante che rischia di essere incoraggiato da pronunciamenti, da parte ecclesiale, non sempre chiari e univoci.

Rosaria Lisi, vicedirettrice dello Studio Teologico “S. Paolo” di Catania, a nome del direttore, don Antonio Sapuppo, ha evidenziato come la formazione teologica non possa prescindere, per sua natura, dalla realtà dell’ebraismo, sottolineando la presenza dell’istituzione accademica nei territori delle diocesi che ad esso afferiscono.

Don Antonio De Maria, quale referente regionale del Dialogo ecumenico e interreligioso, ha rilevato la necessità di attivare processi di conoscenza dei nostri territori, dei nostri quartieri cittadini alla riscoperta delle tracce sepolte della vitalità delle comunità ebraiche presenti nell’isola fino alla cacciata del 1492; allo stesso tempo ha sottolineato la necessità di inserire all’interno della catechesi a tutti i livelli una corretta conoscenza dell’ebraismo per meglio comprendere la stessa fede cristiana che da esso si genera.

Don Andrea Grasso, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo Interreligioso della Diocesi di Acireale, e Barbara Condorelli, direttrice regionale IRC, e Annamaria Cutuli, presidente Meic – gruppo di Acireale, hanno insistito sul valore prospettico di tali eventi che, per lasciare frutti duraturi, necessitano di una continuità nel tempo attraverso corsi specifici di approfondimento.

Marinella V. Sciuto, consigliere nazionale Meic, nel suo intervento “Per una storia della giornata del dialogo. Dall’insegnamento del disprezzo al dialogo. Bilanci e prospettive”, ha tracciato una disamina storica relativa alla genesi e allo sviluppo delle giornate per il dialogo ebraico-cristiano, a partire dall’opera pionieristica di Maria Vingiani, Jules Isaac e Giovanni XXIII, per poi approdare alla necessità di inserire nei programmi di formazione scolastici a tutti i livelli e catechistici, per ciò che concerne la Chiesa Cattolica, di corsi specifici sull’ebraismo, punto essenziale di avvio per l’incontro con le altre fedi, in primis la religione islamica.

Il brano biblico scelto da Ucei e Cei, quello di Ezechiele 37,1-14, è inteso, nella tradizione ebraico-cristiana – ha spiegato don Carmelo Raspa, parroco della comunità ospitante e docente di esegesi biblica – come il segno di una speranza realizzata, pur presentandosi il suo pieno compimento alla fine dei giorni. In quanto tale, essa investe i credenti di entrambe le fedi in un’azione profetica di annuncio di quanto l’uomo non può compiere, cioè restituire la vita, se non in un coinvolgimento totale di se stesso nell’opera di Dio, sino a diventarne segno, il che è tutta la vicenda di Ezechiele.

Caterina Vecchio, docente presso l’istituto L. Vigo Fuccio – M. La Spina di Acireale, ha illustrato il percorso formativo dei ragazzi di scuola media in ordine alla comprensione dell’ebraismo: alla presenza di esperti, gli alunni hanno potuto apprendere la storia del popolo ebraico sino al dramma della Shoah e oltre, la sua cultura, la sua lingua, la sua religione ed i riti annessi, imparando, in tal modo, come il dialogo con l’ebraismo sia paradigmatico di quello con le altre religioni.

L’auspicio

L’auspicio emerso dalla tavola rotonda è che l’itinerario formativo di conoscenza dell’Israele vivo possa attuarsi in progetti stabili e continuativi di formazione da tenere non soltanto nelle sedi accademiche o in quelle già consolidate del dialogo, ma nelle strutture abitate dall’uomo comune, spesso vittima di pregiudizi alimentati da una non adeguata conoscenza dell’altro.

Il video