Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto un collega giornalista – Andrea Joly, de La Stampa – brutalmente aggredito per aver filmato un evento di chiaro stampo neo fascista, riproponiamo qui di seguito un estratto dell’intervista che Maria Rita Valli, giornalista e direttore responsabile di “Coscienza”, ha fatto a Paolo Berizzi, giornalista inviato di Repubblica, che dal 2019 vive sotto scorta per le minacce di morte che continuamente riceve proprio da gruppi di estrema destra, neofascisti e neonazisti. L’intervista è stata realizzata per il n.1 del 2024 della Rivista “Coscienza”.
Da venticinque anni racconta i gruppi dell’estrema destra italiana. Paolo Berizzi, giornalista inviato di Repubblica, dal 2019 vive sotto scorta per le minacce di morte che continuamente riceve da gruppi di estrema destra, neofascisti e neonazisti. Caso unico in Italia e in Europa. Ha iniziato ha occuparsi di questo mondo “quasi per caso”, dice, perché da studente in filosofia sceglie una tesi in psicologia sociale e studiale cause psicosociali del comportamento violento degli ultras del calcio. È la seconda metà deglianni ’90. Si accorge che lamaggior parte delle curve connotate politicamenteè di fatto in mano a gruppi di matrice neofascistao neonazista, come nel caso della curva dell’Hellas Verona. Per i giornali con cui collaborava all’epoca continua ad approfondire questi temi, e continua a farlo fino ad oggi, mappando la “galassia nera”, le loro attività, legami con il mondo politico anche all’estero, interessi economici, ecc.
Oggi è uno dei massimi conoscitori di questo mondo. Lo racconta sulle pagine del suo giornale, nei suoi libri (il primo è del 2009, “Bande Nere”, pubblicato con Bompiani), in occasione di conferenze e dibattiti, e anche attraverso interviste, come questa che ha rilasciato a “Coscienza” (n. 1/2024), e che in parte ripubblicato online, per mettere a fuoco la dimensione culturale del fenomeno.
Berizzi, lei osserva i gruppi di estrema destra da quasi un quarto di secolo. Sono in crescita?
«Quando inizio a raccontarli sono un fenomeno minore da un punto di vista della rappresentanza politica. Ma i fascisti non vanno “pesati”. Devi raccontare chi sono, cosa fanno, chi li protegge, chi li spalleggia, chi gli offre sponde politiche e spazi di agibilità, chi li finanzia, chi li copre e qual è il messaggio violento che loro diffondono. Esattamente come per la mafia. Da allora ad oggi numericamente non sono aumentati. È aumentata la forza del messaggio che veicolano, nel senso che ad un certo punto questi gruppi vengono “sdoganati”, cioè i fascisti sono di fatto legittimati dalla politica istituzionale. Penso ai fascisti di Alleanza nazionale, portati al governo da Silvio Berlusconi. E poi Salvini che fa proprio lo slogan “prima gli italiani”, che era uno slogan di CasaPound con cui la Lega si allea dal 2014 al 2016 portando nel governo gialloverde dell’epoca lo slogan e le battaglie tipiche dell’estrema destra, in primis quella contro gli immigrati. Questi gruppi ci sono ancora e fanno cose anche plasticamente molto visibili (vedi Acca La- renzia, vedi il 29 aprile Milanese per Sergio Ramelli). Ciò che vedo è che se non sono cresciuti numericamente è però cresciuto il loro messaggio. Adesso si sentono legittimati, e io aggiungo anche protetti da chi va al governo e si guarda bene dal chiuderli o dallo scioglierli, come scritto nella Costituzione. Non l’hanno fatto neanche i governi di centro sinistra».
Trova ci sia un clima culturale favore- vole all’estrema destra?
«Il ragionamento che fa il militante di strada o della curva di uno stadio è che se certe cose le dicono le più alte cariche dello Stato allora possono farlo tutti. Se La Russa fa del revisionismo sulla strage di Via Rasella e nel 2017 fa il saluto romano in Parlamento, se la Cassazione dice non è reato fare il saluto romano per commemorare dei morti, tutto questo crea un clima favorevole. Altro punto importante è che i fascisti dal 1945 inseguono una rivincita sulla storia. La rivincita l’hanno avuta, sono al governo con la prima donna Presidente del Consiglio che da militante aveva definito Mussolini il miglior politico del secolo, e non ha mai modificato quell’opinione».
Continua a leggere il resto dell’intervista sulle pagine della Rivista Coscienza, n. 1 del 2024 (CLICCA QUI)
Intervista a cura di Maria Rita Valli, giornalista e direttore responsabile di “Coscienza”