Da 23 organizzazioni cattoliche una lettera aperta a Draghi sulla necessità di “fare di più” per contrastare il cambiamento climatico
Il Movimento Laudato Sì, la Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV), il Sacro Convento e la Diocesi di Assisi insieme al Meic e ad altre 17 rappresentanze e organizzazioni cattoliche della società civile e delle reti del Terzo Settore italiane hanno accolto con molto favore la dichiarazione del Presidente dei Consiglio Mario Draghi alle Nazioni Unite sulla necessità di “fare di più” per contrastare il cambiamento climatico.
Un richiamo al fare, nella giornata della Festa di San Francesco Patrono d’Italia, che è in linea con la Petizione globale in vista di COP 26 E COP 15 ‘Pianeta sano, Persone sane’, e che sarà presentata il prossimo 25 ottobre alla Sala Nilde Iotti alla Camera dei Deputati, che fa proprie le indicazioni della scienza e di quanto Papa Francesco ha riportato nell’Enciclica Laudato Sì: rispondere ed agire di fronte ad una Umanità che “non può essere sana in un pianeta malato.”
All’indomani della crisi provocata dal Covid-19 che ci ha colpito in modo globale dobbiamo essere consapevoli che siamo chiamati tutti, ad iniziare dai politici, a “prenderci cura della natura in modo che la natura possa prendersi cura di noi”.
La lettera aperta, inviata e consegnata, sollecita Mario Draghi ad essere incisivo, grazie al ruolo della Presidenza dell’Italia del G20 e come co-presidente di COP26 rivestito dall’Italia, e ad essere di esempio per gli altri membri come Paese in grado di “fare di più” a livello nazionale e internazionale, mettendo in pratica l’esortazione pronunciata, in occasione del Summit per la Giornata della Terra ad aprile scorso, da papa Francesco: “Abbiamo i mezzi. È il momento di agire”.
Nella lettera si esorta il Presidente del Consiglio a mostrare come l’Italia intenda mettere in pratica il promuovere, nell’immediato, misure politiche atte al raggiungimento di quanto ambiziosamente si è affermato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e all’assumersi nuovi impegni concreti, prima del Vertice del G20, in linea con quanto la missiva stessa indica.
- Aumentare l’ambizione: aggiornare gli obiettivi nazionali a breve termine che conseguano un’azione concreta per il clima e la biodiversità, facendo proprio il valore più vicino all’impegno globale dei 1,5 gradi Celsius. In questo modo, da un lato l’Europa sarebbe il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, e dall’altro, in tema di biodiversità, sarebbe aumentata la protezione del territorio – sulla terraferma e in mare – del 30% entro il 2030.
- Mantenere le promesse: garantire il rispetto degli impegni finanziari esistenti – Green Climate Fund – la cancellazione del debito e concordare nuovi obiettivi per supportare l’adattamento e la mitigazione al cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e i conseguenti danni nei paesi in via di sviluppo. In tal senso, è auspicabile il raggiungimento dello 0,7% del reddito nazionale lordo per la Cooperazione allo Sviluppo, che può avere un ruolo essenziale sostenere la sopravvivenza dei paesi impoveriti dal cambiamento climatico.
- Catalizzare la trasformazione: fermare tutte le nuove infrastrutture di combustibili fossili. E canalizzare i finanziamenti verso l’energia rinnovabile ed un’agricoltura agro-ecologica socialmente responsabile, sostenendo una transizione giusta.
- Dare priorità ai diritti: riaffermare il dovere della protezione ed il rispetto dei diritti umani, inclusi, in particolare, quelli delle popolazioni indigene, delle comunità locali e dei migranti forzati climatici, in un’azione concreta per il clima e la biodiversità, in contrasto con l’accaparramento delle terre a discapito dei più poveri.
La lettera si conclude con un richiamo a San Francesco di Assisi e al Cantico di Frate Sole, che loda il Signore per tutte le creature, riconoscendone il valore dei beni della Terra e riscoprendo una fraternità universale.