A seguito del seminario di studi svoltosi venerdì 18 giugno a Roma, organizzato dall’Istituto “Vittorio Bachelet”, dal Settore Giovani di Azione Cattolica e dagli universitari della Fuci, i partecipanti – giovani provenienti da tutte le regioni italiane – sottopongono al Paese alcuni punti ineludibili per costruire percorsi di cittadinanza a misura delle nuove generazioni. Eccone una sintesi.
I giovani di Ac e Fuci, insieme, individuano e sottopongono ai responsabili della cosa pubblica le seguenti questioni cruciali:
- garantire una formazione che sia all’altezza dei sogni dei giovani
Come giovani, in gran parte studenti, desideriamo sottolineare che crediamo nel valore dello studio e ci impegniamo a crescere nell’approfondimento che valorizza la nostra vita e la vita cristiana, che è ricerca, attesa, desiderio, amore. Lo studio, come la vita, è proprio una “bella notizia” ed opera di responsabilità per lo studente è mettere a frutto i propri talenti sia in risposta al tempo presente sia in risposta al tempo che viene. Per questo motivo, chiediamo ai responsabili di mettere mano in modo serio e completo ad una riforma dell’istruzione media e universitaria. - creare le condizioni per un lavoro che sia espressione di un progetto di vita
Il continuo spostamento in avanti del momento d’ingresso nel mondo del lavoro prolunga la dipendenza dei giovani dalla famiglia e aumenta il loro senso di sfiducia ed emarginazione nei confronti della società e del Paese. Inoltre la meritocrazia e la trasparenza restano molto spesso soltanto “principi di carta” nel mercato del lavoro, lasciando fuori proprio quei giovani che avrebbero maggiori competenze e capacità da spendere. In un momento di crisi, i giovani chiedono soprattutto che il sistema produttivo non si chiuda a riccio e che le istanze di flessibilità siano coniugate con misure di welfare che garantiscano condizioni che rispettano la dignità della persona. - costruire una comunità solidale che sia aperta al mondo e al futuro
Una comunità aperta al futuro è anche quella capace di rinnovare il patto tra le generazioni. Gli scambi tra generazioni, ne siamo convinti, creano benefici per tutti, ma purtroppo il paradosso italiano sta stravolgendo il rapporto di equità tra le generazioni. Serve un nuovo patto tra padri e figli. Una famiglia, una società, una classe dirigente che vuole lavorare per il proprio futuro deve impegnarsi in un investimento di medio e lungo periodo, che potrà dare i risultati migliori quando quella famiglia, quella classe politica non ci sarà più. Seminare perché altri raccolgano. In particolar modo, seminare ora politiche di accoglienza ed inclusione per i giovani immigrati, che di fatto già oggi condividono con noi sogni e preoccupazioni. - educare ad una cultura della legalità fondata sulla giustizia e sulla pace.
Il senso della legalità non è un valore che si improvvisa, esso esige un lungo e costante processo educativo. Ci vuole una nuova e migliore attenzione all’educazione ai valori costituzionali: che non vuol dire semplicemente leggere la Costituzione in classe, ma approfondirne i legami fondamentali con la comunità in cui viviamo. La partecipazione, il senso dello Stato, il sentirsi parte viva del tessuto sociale, non può prescindere da questo, specie oggi che il distacco fra società e politica è così netto.
C’è una premessa fondamentale e comune alle nostre riflessioni: la storia non è un luogo dove Dio lascia sola l’umanità, ma è il luogo dove Dio si manifesta e continua ad agire attraverso l’uomo (Dei Verbum, 2). Non un insieme di date e fatti riguardanti pochi potenti, ma un processo che riguarda tutti, l’umanità intera. Ognuno di noi, dunque, è chiamato a dare il suo contributo e può scrivere una pagina di speranza per il cammino dell’umanità. Un cammino che non può compiersi se non insieme, giovani ed adulti, deboli e potenti, volti dimenticati e volti noti, tutti gli uni accanto agli altri, per osare il futuro nell’Italia di oggi.
Per questo motivo i giovani di Ac e gli universitari della Fuci continuano il loro percorso insieme, proponendosi di approfondire durante le rispettive attività estive le questioni sopra indicate, e impegnandosi, in vista delle Settimane sociali, a redigere un contributo contenente proposte concrete per alimentare il protagonismo e la soggettività dei giovani nell’Italia di oggi.