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Una grande Preside, un piccolo Ministro

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I fatti

Davanti al Liceo “Michelangelo” di Firenze alcuni ragazzi di estrema destra hanno picchiato degli studenti di quel Liceo, appartenenti ad un Collettivo.

L’episodio ha suscitato condanne e reazioni a Firenze, e in tutta Italia. In particolare, ha suscitato clamore una (bellissima) lettera che la Dirigente scolastica di un altro Liceo fiorentino, il “Leonardo da Vinci”, prof.ssa Annalisa Savino, ha inviato ai propri studenti – e che di seguito riportiamo integralmente.

Il Ministro, in una intervista, ha contestato la lettera della Dirigente, arrivando a parlare, se pure per escluderlo, anche di un eventuale intervento disciplinare.

Fra le altre reazioni, anche manifesti apparsi sul web, raffiguranti il Ministro Valditara a testa in giù.

Al Ministro ha replicato, a nome della categoria, il Presidente della Associazione nazionale presidi (ANP), dott. Antonello Giannelli, che ha espresso vicinanza e solidarietà alla collega Savino.

Il commento

Dal 1999 in Italia vige il principio dell’autonomia scolastica, affermato anche nel novellato art. 117 della Costituzione.

Il/la Dirigente scolastico/a (DS), pur essendo un Dirigente dello Stato, è colui/colei che ha la funzione di dirigere una istituzione, nell’ambito delle leggi nazionali e regionali, ma rispondendo prima di tutto a studenti e genitori, prima ancora che al Ministro e ai funzionari del ministero. Certamente anche un DS può essere oggetto di sanzioni disciplinari, può essere rimosso o addirittura licenziato: ma per fatti gravi inerenti o l’inosservanza delle normative, o l’incapacità palesemente dimostrata di guidare e condurre una istituzione scolastica,

Un DS ha prima di tutto una funzione educativa – come l’hanno docenti e personale ATA. Chi lavora nella scuola è – direbbe Socrate – il “medico delle anime” dei giovani discenti, e l’educazione civica, introdotta per la prima volta dall’allora Ministro A. Moro nel 1958, è da alcuni anni disciplina autonoma, con tanto di voto in pagella. E l’educazione civica è educazione a fare propri i grandi principi della Costituzione repubblicana.

La bellissima lettera della collega di Firenze è un alto esempio di comunicazione educativa di un capo di istituto nei confronti degli studenti: chiara, breve, pacata, dal grande contenuto morale e civico. E fa venire in mente a la famosa “lettera agli amici” che Giacomo Ulivi scrisse alla vigilia della sua fucilazione, nel 1944.

Conclusioni

La collega ha scritto una bellissima lettera, ed il Ministro ha fatto un duplice errore:

  • istituzionale, perché il Ministro non deve intervenire con una intervista su una comunicazione interna ad un Liceo, Istituzione scolastica autonoma ai senso dell’art 177 cost.
  • politico, perché essendo un Ministro della Repubblica avrebbe dovuto condividere un testo che riassume in poche righe i grandi principi della nostra vita civile.

Va comunque condannata senza riserve la violenza, se pur solo nelle immagini, di cui è stato fatto oggetto il Ministro (raffigurato a testa in giù): essere contro il fascismo significa essere a favore della libertà, del confronto civile, della discussione anche aspra, ma sempre rispettosa dell’interlocutore: come insegna la storia degli “anni di piombo”, il passaggio dalla violenza verbale a quella fisica può essere, in taluni ambienti, passaggio quasi obbligato.

Non ritorniamo a quella tragica stagione, nemmeno con immagini e parole.

Guido Campanini

vice pres naz MEIC- dirigente scolastico in pensione

 

ALLEGATO

Lettera della Dirigente scolastica Annalisa Savino
agli studenti del Liceo “Leonardo da Vinci”

«Cari studenti,
in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra.

Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose. 

  • Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni.

  • Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza.

Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura.

Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé.

Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».