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Beppe Elia è il nuovo presidente del Meic

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30 Gennaio 2015

Beppe Elia è il nuovo presidente nazionale del MEIC: la sua elezione, avvenuta nel corso del Consiglio nazionale del 15 novembre scorso, è stata confermata dal Consiglio permanente della Cei. Succede a Carlo Cirotto.

Elia, 66 anni, torinese, è un ingegnere specializzato nel campo dell’acustica tecnica, della sicurezza e dell’igiene del lavoro, della sicurezza dei prodotti, dell’ambiente e della qualità. Impegnato da sempre in Azione cattolica, è stato segretario del Consiglio pastorale diocesano di Torino dal 1988 al 1993, con i cardinali Ballestrero e Saldarini. Dopo una parentesi di alcuni anni di impegno politico come coordinatore piemontese dei Cristiano Sociali, è stato dal 1999 al 2005 presidente del gruppo MEIC di Torino, dal 2005 al 2012 delegato regionale del Piemonte e dal 2012 a oggi vicepresidente nazionale del Movimento. 

Ecco la prima dichiarazione del nuovo presidente nazionale:

“Assumendo la responsabilità della presidenza del MEIC, esprimo anzitutto il mio ringraziamento ai consiglieri nazionali che mi hanno eletto e alla Conferenza Episcopale Italiana che ha confermato tale indicazione. E saluto con grande affetto chi mi ha preceduto in questo incarico: l’umanità, l’intelligenza e la discrezione che Carlo Cirotto ha manifestato in questo suo servizio ecclesiale è nel cuore di tutti; e ha consentito di avviare molti cambiamenti che dovremo portare a compimento negli anni a venire.
Ho già detto ad alcuni amici che sento un po’ di preoccupazione per l’impegno che mi sta davanti, ma sono anche convinto di poter contare sull’amicizia e sul sostegno di tutta l’associazione.

Ci troviamo in un frangente ecclesiale e sociale che richiede un grande sforzo di comprensione e il coraggio di immettere una massiccia dose di speranza dove oggi prevalgono segni di stanchezza e molto pessimismo.

L’assemblea nazionale che il MEIC ha vissuto pochi mesi fa ci consegna le linee di orientamento per questo nostro cammino; noi sappiamo di essere una piccola realtà nella Chiesa, ma sappiamo anche per esperienza che possiamo, quando siamo aperti e creativi, esprimere una grande vitalità, sviluppare relazioni fraterne e fruttuose, generare idee e realizzare progetti.
Credo che tutti i gruppi MEIC abbiano il diritto di esigere dalla presidenza e dal consiglio nazionale una presenza attiva nella società e nella Chiesa, una capacità di guida e di supporto alle realtà di base, ma credo debbano essere consapevoli che il MEIC non si esprime tanto con iniziative del suo vertice organizzativo, ma con il lavoro costante, intelligente, innovativo dei suoi responsabili e dei suoi aderenti locali.

Le parole e i gesti di papa Francesco chiedono alla sua Chiesa, e a noi quindi anche, più coraggio, chiedono di uscire dalle nostre cautele e dai nostri spazi protetti, per avventurarci là dove l’annuncio della speranza cristiana è più necessario. Francesco è oggi sottoposto a critiche aperte e sotterranee, perché la sua radicalità evangelica è scandalo per molte orecchie. Non servono tanto pronunciamenti in sua difesa, servono credenti che prendano sul serio il suo insegnamento e lo immettano nella vita delle nostre comunità.

Il MEIC ha quindi un grande compito davanti a sé, e noi non possiamo essere timidi”.