1. Home
  2. Addio a Beppe Elia
  3. Beppe Elia tra noi

Beppe Elia tra noi

0
di AUGUSTO SABATINI

Ho spesso pensato, in questi giorni, a Beppe Elia tra noi.

Noi del gruppo di Reggio Calabria, che tutti ha conosciuto (venendo anche nella nostra terra, in almeno due occasioni).

Ma anche noi di tanti Consigli nazionali, cui ha dato davvero molto, da consigliere prima e da presidente poi.

E noi, famiglie, coppie e singoli, di tante generazioni che hanno attraversato diversi decenni di vita nel Movimento e di servizio ecclesiale nei territori, che erano la sua passione.

Me lo ritrovo accanto, credo come tutti, d’esempio ancora, quale compagno di strada tra i tanti – ormai troppi, oggi davanti al Signore – che ci hanno permesso di crescere e di comprendere meglio la nostra Chiesa italiana.

Accanto, come una persona seria.

Discreto, riservato, eppure capace di naturale e cordiale garbo. Non freddo, solo misurato; con il tratto di chi molto ascolta e poco parla, non perché non abbia cosa dire, ma perché ama capire (l’altro, il mondo) e riflettere insieme. Che raccoglie, medita, e sceglie mentre ragiona. Che non è né fa il compagnone, ma l’adulto. Che prende responsabilità, senza imporne.

Determinato, ma senza pregiudizi. Mai arrogante o fermo al suo dire. Aperto, invece, protagonista di relazioni. Ed attento.

Con radici solide, idee duttili, pazientemente in cerca del confronto, della comune apertura di orizzonti: perché era soprattutto questo il contesto in cui Beppe Elia intendeva valorizzare i rapporti fra le persone. E modesto. Mai una volta fuori le righe, poi, nel suo discutere. Forte, invece, e mite ad un tempo. E disponibile (non solo a venire tra noi, ogni qual volta l’abbiamo chiamato, ma) a sostenere iniziative, proposte, percorsi.

Equilibrato. Non incline ad entusiasmo o ad ottimismo, ma operoso, forte nell’agire della solidità dei principi e del metodo sinodale.

Un piemontese, certo, ma prima un europeo, che ha operato con convinzione tracciando vie in un’Italia contraddittoria e complicata, bisognosa come non mai di vera sensibilità per il bene comune.

Concreto. Un professionista impegnato, e stimatissimo. Eppure, presente ugualmente come pochi nel servizio ecclesiale e davvero motore generoso (nel silenzio di vanità e ricerca di prestigio) di numerose iniziative.

Ed infine, amico. Amico d’una amicizia “speciale”, vissuta più nel Signore che nella dimestichezza reciproca. Amicizia che nel Meic non è merce rara e sulla quale sai di poter confidare (anche se nella relazione personale – come nel mio caso – non hai goduto d’alcuna speciale confidenza e sei rimasto troppo “a distanza”), perché cogli dell’altro che merita una stima sincera, forte, e soprattutto – e semplicemente – gratitudine.

tags: