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CAMALDOLI 2021 Fra Lapic: “L’ospitalità un ‘mistero cristiano’, la Chiesa deve testimoniarlo”

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Fra Gian Carlo Lapic e il vicepresidente del Meic Saverio Sgarra

“Riflettere sul tema dell’accoglienza ospitale è sempre più urgente, specialmente per il momento storico che stiamo attraversando. E uno dei compiti della Chiesa, oggi, è anche quello di portare alla coscienza di ogni credenti l’importanza di attuare il valore dell’ospitalità, che è un valore profondamente cristiano, anzi, un “mistero cristiano”, per dirla con Jean Daniélou”. Ha aperto così i lavori della Settimana teologica del Meic al Monastero di Camaldoli fra Gian Carlo Lapic, religioso dei Fatebenefratelli e studioso della dimensione etico-teologica dell’ospitalità. Proprio a questo tema sono dedicati i lavori della tradizionale riunione estiva del Meic, che quest’anno è tornata a svolgersi in presenza con la partecipazione di oltre settanta persone provenienti da tutta Italia.
Per il suo intervento, oltre che ai suoi studi, fra Lapic ha attinto alla sua esperienza di consacrato nell’ordine ospedaliero per eccellenza, quello di San Giovanni di Dio, “il cui carisma è essenzialmente quello di ospitare e accogliere con dedizione e cura la fragilità umana”: per i Fatebenefratelli Lapic è responsabile del Centro Sant’Ambrogio di Cernusco sul Naviglio (MI), una struttura sanitaria per la riabilitazione psichiatrica. Per religioso è necessario raccogliere “la sfida dell’ospitalità”, perché “può dischiudere una inedita opportunità, quella di definire l’umano in una forma compiuta”. E a questa sfida i cristiani non possono assolutamente sottrarsi, poiché “la ragione ultima dell’ospitalità risiede nel Dio ospitale, che accoglie tutti e in modo indistinto”. Dunque, per Lapic, le comunità cristiane devono assumere uno “stile ospitale del dono di sè e di un’identità responsabile”, sulla scorta delle Scritture, che fanno dell’ospitalità un “valore performativo, che solo nell’azione trova compimento”