di DON GIOVANNI TANGORRA
La morte di monsignor Mansueto Bianchi, assistente generale dell’Azione cattolica, colpisce al cuore: per il doloroso ricordo della sua lunga malattia e i benefici ricevuti dall’averlo potuto conoscere e apprezzare
Niente era retorico in lui e tutto passava attraverso il dono di una presenza semplice, discreta, mai invadente, fatta di sensibilità e di piccoli gesti, tanto che ricordarlo con affetto è spontaneo. Ricordiamo anche una grande capacità di ascolto, certamente appresa alla scuola della parola di Dio cui era particolarmente legato, e di cui è stato discepolo assiduo, ricevendone la grazia di “una parola franca per far conoscere il mistero del Vangelo” (Ef 6,19).
Ha vissuto il suo sacerdozio in mezzo al popolo, e l’Azione Cattolica l’ha avuto come assistente sensibile in un tempo breve ma intenso; divenendo un punto di riferimento anche dal letto di un ospedale, da lui trasformato in un luogo del dono.
Viene un tempo in cui cerchiamo dei testimoni: il Signore ci ha donato il vescovo Mansueto, e per questo la nostra speranza e le nostre preghiere esprimono anche la gratitudine.