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XII ASSEMBLEA Cirotto chiude il mandato: “Meic, guarda avanti”

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Un Meic “fedele” non nel senso di “chi conserva”, ma in quello di “chi immagina, inventa, scopre, pur rimanendo fedele”: è il mandato che lascia Carlo Cirotto al termine del suo secondo e ultimo mandato da presidente del Movimento.

Il presidente uscente, nella sua relazione conclusiva, ha invitato il Meic a guardare avanti: “Molti di noi sentono forte il fascino della storia più che il gusto di inventare l’avvenire. E tuttavia anche essi, comunque, vanno avanti e lo fanno soprattutto perché è diffusa tra noi una virtù: la fedeltà alla Chiesa. E la Chiesa tutta sta oggi camminando con la prua decisamente rivolta al futuro, confortata dallo Spirito”. Tocca al Movimento, per Cirotto, in un contesto sociale in cui “l’unico veicolo di annuncio del Vangelo è la testimonianza laicale”, dare a questa testimonianza “una precisa connotazione culturale”.

Cirotto ha tracciato un bilancio sull’attuazione del programma del triennio appena trascorso, dal Progetto Concilio alla promozione del confronto intergenerazionale (“su questo punto meritiamo la sufficienza”), dalla “buona volontà” delle collaborazioni con le altre associazioni del panorama ecclesiale, in primis nella famiglia dell’Azione cattolica, fino al tema della comunicazione e del rinnovamento della rivista “Coscienza”, un percorso iniziato negli ultimi anni e che il “nuovo Consiglio avrà il compito di concludere per passare all’azione”.

Il presidente si è detto anche soddisfatto della “vasta fioritura delle iniziative locali, regionali e nazionali”, mentre ha ammesso che i risultati prodotti dagli Osservatori “non sono esaltanti: alcune mete sono state indubbiamente raggiunte ma siamo ancora al di sotto delle aspettative”.

La nota di chiusura è stata, infine, una citazione di Goethe: “La vita è troppo breve perché si beva vino cattivo”. Un augurio a “non accontentarsi delle mezze misure” che l’Assemblea ha accolto con un lungo applauso per il professor Cirotto.