[CONGRESSO/4] Valorizzare di più il Terzo settore e l’impresa etica
Prosegue a Padova il congresso nazionale degli intellettuali cattolici sulla rilevanza pubblica del cristianesimo. Mattinata dedicata a imprenditoria e volontariato con Ferro, Vitale, Morganti e Milesi
PADOVA 1 MAG 10 – Storie positive di finanza, impresa e volontariato efficienti ed efficaci: ne è stata ricca la tavola rotonda di questa mattina al congresso nazionale del Meic, in corso a Padova da ieri fino a domani sul tema della rilevanza pubblica del cristianesimo. La scelta del Meic è stata quella di affermare, nel giorno della Festa del lavoro, l’importanza di valorizzare e sostenere il no-profit e l’impresa etica.
A dare voce a questo mondo, cattolico e laico, sono stati Marco Vitale, economista d’impresa, editorialista de ‘Il Sole 24 Ore’, Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, Giangi Melesi, presidente del Cesvi (ong italiana laica per la cooperazione e lo sviluppo), Angelo Ferro, presidente nazionale dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti).
Vitale è partito dalla crisi economica: “Nonostante i suoi effetti drammatici, e nonostante abbia colpito soprattutto i non colpevoli, essa ha un grande potenziale liberatorio, e deve aiutarci a sradicare quella perversa cultura manageriale per la quale fare impresa è creare profitto solo per gli azionisti, e non creare valore per l’intera società”. Il ruolo dei credenti è decisivo: “Davanti al fallimento rappresentato dalla mancanza di moralità imprenditoriale dobbiamo ripartire dalla Dottrina sociale della Chiesa, anche se, spiace dirlo, troppi cristiani la conoscono poco e male”. Nel corso della tavola rotonda uno spazio importante è stato dato all’esperienza del no-profit. Per Morganti, però, “il Terzo settore è vittima, in Italia, di una vera e propria discriminazione politica. E’ vergognoso che un sistema di 250mila organizzazioni, 4 milioni di persone di cui 750mila lavoratori, il secondo sistema dopo la scuola per forza lavoro, non abbia rappresentanza politica, venga corteggiato solo alle elezioni e con un piatto di lenticchie, non venga consultato dal governo, venga sistematicamente pagato per ultimo dalla pubblica amministrazione, se e quando viene pagato. E’ una vergogna perché il contributo di valore e di coesione sociale offerto al Paese dal mondo del’economia del bene comune è enorme”. Secondo Morganti anche le banche devono fare di più: “Ci vuole maggiore sostegno e più credito: noi vorremmo che il modello di Banca Prossima costruito da Intesa-San Paolo fosse adottato anche dagli altri gruppi bancari”.
Giangi Melesi, ha posto l’accento anche sui limiti del Terzo settore, “che deve crescere migliorando la propria capacità di progettare per obiettivi, aumentando la trasparenza e perfezionando i sistemi di controllo e di garanzia, cominciando a riconoscere anche il valore positivo della concorrenza. Anche per noi del no-profit la crisi è un’occasione per superare i nostri difetti e lavorare ancora meglio”.
Infine, il valore relazionale dell’impresa è stata la ricetta proposta da Angelo Ferro: “La nostra esperienza di imprenditori cristiani ci dice che nel fare impresa è necessario rimettere al centro le relazioni. La nostra attività lo fa già, ma dobbiamo contaminare l’intera società. L’impresa è vista ancora con troppa diffidenza, ma una realtà straordinaria che ha al suo interno ricchezza di valori e di persone a beneficio di tutti”.
Il congresso prosegue oggi pomeriggio con gli interventi di Franco Casavola (presidente del Comitato nazionale di bioetica), Flavio Zanonato (sindaco di Padova), Giorgio Santini (segretario confederale Cisl). Nella mattinata c’è stata la Santa messa celebrata dall’assistente nazionale don Zuccaro. Domani concluderà il segretario generale della Cei monsignor Mariano Crociata.