In queste ore decisive per la crisi del porto di Gioia Tauro, le cui difficoltà stanno per trascinare centinaia di famiglie verso la cassa integrazione, il Meic interviene, attraverso un documento del gruppo diocesano di Oppido-Palmi, per richiamare l’attenzione delle istituzioni affinché si impegnino per il salvataggio della struttura portuale. In tempi di crisi economica, afferma la nota, “la perdita del lavoro diventerebbe, certamente, causa di ulteriore disagio per centinaia di famiglie le quali, in prevalenza, dispongono soltanto del reddito in questione”: per questo il Meic “invita i vertici delle aziende interessate a recedere dal loro obiettivo di ridimensionare le loro attività economiche nel porto di Gioia Tauro perché questo getterebbe nello sconforto centinaia di lavoratori e le loro famiglie contribuendo così inevitabilmente ad alimentare il terribile cancro della malavita, incarnazione visibile del corpo di satana”.
Il Meic, esprimendo solidarietà ai lavoratori impegnati in difesa del proprio lavoro, rivolge il proprio appello a tutte le istituzioni in campo perchè si impegnino “non soltanto a salvare i posti di lavoro sino ad ora disponibili, ma anche ad innescare processi virtuosi capaci di garantire condizioni di sicurezza per le imprese e per ogni genere di attività civile ed economica, le infrastrutture necessarie e gli strumenti legislativi più idonei a favorire un vero sviluppo economico, un’autentica promozione umana e sociale” per la Calabria.
IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO DEL MEIC DI OPPIDO-PALMI
Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, gruppo “Luigi Marafioti” della diocesi Oppido-Palmi, preso atto della difficile situazione venutasi a creare nella struttura portuale di Gioia Tauro a causa dell’annunciata messa in cassa integrazione di diverse centinaia di dipendenti;
considerata l’importanza che questo grande complesso riveste per la già debole economia del nostro territorio;
considerato che i lavoratori impegnati in quella struttura difficilmente potrebbero avere altre opportunità occupazionali proprio in un periodo di seria congiuntura economica e di crisi sociale e che, pertanto, la perdita del lavoro diventerebbe, certamente, causa di ulteriore disagio per centinaia di famiglie le quali, in prevalenza, dispongono soltanto del reddito in questione;
INVITA
i vertici delle aziende interessate a recedere dal loro obiettivo di ridimensionare le loro attività economiche nel porto di Gioia Tauro perché questo getterebbe nello sconforto centinaia di lavoratori e le loro famiglie contribuendo così inevitabilmente ad alimentare il terribile cancro della malavita, incarnazione visibile del corpo di satana;
RIVOLGE UN ACCORATO APPELLO
alle persone che, a vario titolo, gestiscono organismi istituzionali di ogni livello, affinché prendano finalmente coscienza di quanto sia di vitale importanza la crescita di un’economia sana e diversificata in terra di Calabria e, di conseguenza, mettano in atto tutte quelle iniziative idonee non soltanto a salvare i posti di lavoro sino ad ora disponibili, ma anche ad innescare processi virtuosi capaci di garantire condizioni di sicurezza per le imprese e per ogni genere di attività civile ed economica, le infrastrutture necessarie e gli strumenti legislativi più idonei a favorire un vero sviluppo economico, un’autentica promozione umana e sociale per tutta la nostra gente;
ESPRIME, INFINE, VIVA E SINCERA SOLIDARIETA’
ai lavoratori in lotta per difendere il proprio lavoro, ricordando a tutti che il diritto al lavoro resta uno dei più importanti diritti umani e civili sanciti dalla Costituzione del nostro Stato democratico.