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BASILICATA Il futuro della regione visto dai cattolici

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È stato recentemente pubblicato il volume “Basilicata casa comune. Il futuro visto dai cattolici”, una serie di contributi sui temi dello sviluppo economico, sociale e ambientale della Lucania raccolti dal Meic regionale insieme all’Istituto teologico interdiocesano di Potenza. Tra gli autori delle riflessioni, oltre a molti soci Meic lucani, ci sono anche il presidente nazionale Luigi D’Andrea, il vicepresidente Saverio Sgarra e i consiglieri nazionali Maria Teresa Gino e Piero Bongiovanni.

Il testo è integralmente disponibile in pdf. Di seguito pubblichiamo l’introduzione al volume.


INTRODUZIONE

Il lavoro di studio, ricezione e inserimento nel contesto lucano dell’Enciclica Laudato si’, nasce da una “creativa” obbedienza a Papa Francesco, che genera subito una collaborazione scientifica dell’Istituto Teologico di Basilicata con la Delegazione lucana del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic).

Il Meic dei gruppi Sud aveva ante litteram (nel giugno 2014, prima della pubblicazione dell’“enciclica ecologica”) organizzato un convegno a Bari sul Rapporto tra Salute, Lavoro e Ambiente, all’indomani del “Caso ILVA”. La Basilicata vi aveva contribuito e successivamente i gruppi Meic e i teologi lucani avevano studiato il testo della Laudato si’.

In preparazione al Convegno Ecclesiale nazionale di Firenze (2015), la Conferenza Episcopale di Basilicata diede mandato all’Istituto Teologico di organizzare una giornata di studio a Viggiano, alla quale il Meic assicurò un importante contributo. Il fine era invitare il mondo ecclesiale e civile a riflettere sulle criticità e sulle prospettive del petrolio in Basilicata, attraverso un approccio al tema non ideologico, ma scientifico e olistico, capace di tenere insieme tutte le istanze, da quelle geologiche a quelle economiche, dagli aspetti politico-energetici a quelli paesaggistici.

In stretta connessione con le relazioni tenute al Convegno delle Chiese di Basilicata a Viggiano, abbiamo poi maturato l’urgenza di offrire una riflessione più agile, ma altrettanto seria e impegnata… L’idea della rubrica “Basilicata Bene Comune” è stata colta subito dalla Gazzetta del Mezzogiorno, che ha ospitato i singoli interventi nell’autunno del 2020, con l’attento contributo del giornalista Giovanni Rivelli.

La serie di articoli che abbiamo pubblicato allora, oggi raccolti in quest’opuscolo, va considerata come un nuovo contributo scientifico offerto a tutti, e in modo particolare alle istituzioni politiche e governative della nostra Regione, alla vigilia della programmazione e attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Pur affrontando poliedricamente il complesso tema dell’ambiente/creato (parole-chiave: sostenibilità, prevenzione, rischi, legislazione, economia, educazione, custodia, responsabilità, interconnessione, demografia) restano comunque due le dimensioni su cui ogni autore agisce, quello privato di adesione ad un’associazione e quello pubblico, che lo vede con un ruolo specifico nel mondo del lavoro. E così due sono i tavoli di impegno: ecclesiale e civile.

A rileggere in un solo fiato gli interventi qui raccolti, il tema dell’esigenza di una partecipazione civica attiva dei lucani a tutti i processi che riguardano la loro terra fa da fil rouge. A tal proposito si deve appena richiamare il dato che ormai vent’anni fa l’Italia ha ratificato, con la legge 108/2001 la Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico (ovvero dei cittadini privati o associati) ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale: per “tutelare il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future”, a vivere in un ambiente salubre, la convenzione stabilisce che il cittadino sia informato, partecipi alle decisioni, a piani, programmi e politiche, a stilare regolamenti e leggi e alla giustizia in tema ambientale.

D’altro lato, sul piano ecclesiale, ci anima la consapevolezza che l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco offre un quadro normativo ed etico che invita credenti e non credenti a impegnarsi per una responsabile difesa del Pianeta e per una valorizzazione e ridistribuzione, secondo giustizia, delle sue risorse.

In particolare, noi, con la nostra Regione, nell’orizzonte ampio del Mediterraneo, crocevia di scambi commerciali, politici, culturali e religiosi, siamo chiamati a ripensarci e rilanciarci, per custodire e per vivere il bene comune regionale, ma anche per non lasciarci travolgere dal futuro e dalla complessità dei processi macropolitici ed economici in atto.

La governance lucana, in tutti i suoi attori, è chiamata a maturare una visione della Basilicata che verrà, coinvolgendo tutte le energie politiche, economiche, sindacali e culturali presenti sul territorio, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni, ed esigendo anche la piena collaborazione delle compagnie petrolifere che hanno usufruito da circa trent’anni delle risorse del sottosuolo della Regione, con investimenti e progetti strutturali che qualifichino il paesaggio, l’economia e la vita nel territorio per realizzare la transizione ecologica, auspicata in tutti i vertici internazionali e in modo particolare dagli obiettivi che stanno alla base del PNRR.

Per raggiungere questi fini, ci rendiamo conto che non si può prescindere dalla ricostruzione di un tessuto sociale in Basilicata, ferito da perduranti e drammatiche condizioni economiche svantaggiose, da lacerazioni storiche, da giustizie incompiute, da istituzioni tradite… Per questo, nel nostro piccolo tentiamo di recuperare la qualità delle relazioni interpersonali e associative, di sforzarci a costruire reti, sapendo che, seppure occorre innanzitutto essere donne e uomini pensanti, non basta solo pensare, ma occorre avere sale e luce per agire, anzi… essere sale e luce.

Maria Teresa Gino
Delegata regionale MEIC Basilicata

Gianluca Bellusci
Direttore Istituto Teologico di Basilicata