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Un anno fa ci lasciava monsignor Chiarinelli: una guida e un amico

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di AGOSTINO MOSCATELLI
Gruppo Meic di Viterbo

Oggi ricordiamo monsignor Lorenzo Chiarinelli nel primo anniversario del suo ritorno al Padre.

Ci è caro allora ripercorrere il ricco cammino fatto con lui, Vescovo di Viterbo, nelle attività del Laboratorio culturale Studiolo MEIC operante in città.

Dopo il suo arrivo a Viterbo nell’Ottobre del 1997, Mons Lorenzo Chiarinelli cominciò a contattare le persone della Diocesi che  man mano conosceva o che aveva incontrato quando era Vice Assistente Nazionale della FUCI (Federazione Universitari Cattolici),  o negli incontri dell’Azione Cattolica e nelle Settimane teologiche di Camaldoli….

Da questi contatti nacque l’idea di costituire un Laboratorio Culturale, il cui Statuto il vescovo presentò nella prima riunione del 1 Marzo 1999. Da subito il Laboratorio fece riferimento al MEIC.

Il nome “Studiolo” volle essere un richiamo all’esperienza suggestiva che fece in Viterbo,  alla fine del secolo XIII, Pietro Ispano ( papa Giovanni XXI), scienziato, filosofo, teologo.

Dal 1999 le riunioni si sono svolte con cadenza quindicinale ed il Vescovo Lorenzo era sempre presente, contribuendo in maniera efficace e qualificata all’approfondimento del tema in discussione.

Dopo qualche tempo si è deciso di pubblicare una rivista per divulgare gli argomenti trattati. Dopo il primo numero dedicato al tema”Quale cultura a Viterbo?” si è parlato di Globalizzazione, Teologia del laicato, Ebraismo e Cristianesimo,  Democrazia, Cattolici in politica, Conoscere la Bibbia…

Nel 2010 Mons Chiarinelli ha terminato il suo ministero nella Diocesi di Viterbo ma il suo rapporto con “Lo Studiolo” è continuato nella cura delle relazioni personali e  nella condivisione dei momenti di gioia o di difficoltà di tutti. Ogni anno due incontri di gruppo, a Rieti o a Bagnoregio ci hanno permesso di proseguire il confronto sui cambiamenti culturali della società e della Comunità Ecclesiale per fare il discernimento alla luce del Vangelo.

L’ultimo incontro si è svolto il 18 Gennaio 2020 sul tema “Esperienza di Fede e cambiamenti culturali.

Nella prima parte di analisi il Vescovo sottolineava che l’ esperienza di Fede oggi sembra diventata muta, superflua per tanti, desiderata da pochi. Gli ultimi quattro secoli di storia hanno essiccato la trascendenza nel nostro vivere e agire.  Non c’è più la condivisione dell’esperienza di Fede che ognuno vive per conto suo.

La Fede  è spiazzata perché è cambiato il contesto.

Il mondo oggi è :

  • Secolarizzato, cioè senza trascendenza
  • Pluralista  cioè insieme di mondi diversi che vivono uno accanto agli altri; ognuno fa quello che vuole.

Come essere missionari nel mondo di oggi?

Missione è andare, insegnare, battezzare, costruire la comunità dei credenti.

Il Concilio dice che la Chiesa è sacramento: si percepisce, cammina nella storia, porta  un mistero che non si coglie subito: l’intima unione con Dio e l’unità del genere umano (LG 1)

Riacquista valore At 1, 7-8 : Riceverete la forza dello Spirito Santo e mi sarete testimoni … fino ai confini della terra.

Il testimone è chi ha visto, udito, toccato e racconta.

Deve cambiare la nostra esperienza di fede modellata su un contesto che non c’è più perché oggi rischiamo di camminare su un sentiero parallelo a quello del reale.

Dobbiamo esplorare l’esperienza di fede che è “l’atto di amore con cui l’uomo si abbandona tutto intero e liberamente  a Dio che si rivela “(DV)

La fede è risposta. Nel mondo greco prevalgono le idee, Israele privilegia l’ascolto. Il Vangelo produce il cambiamento delle persone e quindi del mondo. Come è avvenuto nel VI sec con Benedetto che vive in tempo di invasioni con gente spaventata e costruisce abbazie. Come nel XIII sec quando in una Chiesa ricca nascono Domenico e Francesco.

Il modo di vivere la fede non è sempre lo stesso. Anche oggi dobbiamo dare una risposta collettiva. Secondo le indicazioni di papa Francesco che  chiede una Chiesa che si rinnova e diventa Collegiale( per essere segno dell’unità del genere umano) Sinodale e Diaconale. Ciascuno prenda coscienza ed incominci ad operare cercando le possibili sinergie.

Consideriamo queste indicazioni come un  testamento. Sarà il nostro programma per il futuro.