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Cirotto: “Il filo che unisce vita, scienza e democrazia”

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Nella newsletter di settembre di “Scienza e Vita” è stato pubblicato un intervento del presidente del Meic Carlo Cirotto a commento del Manifesto dell’associazione dal titolo “Scienza e cura della vita: educazione alla democrazia”. Ecco il testo.

IL FILO CHE UNISCE VITA, SCIENZA E DEMOCRAZIA
di Carlo Cirotto

Nel titolo del Manifesto: “Scienza e cura della vita: educazione alla democrazia” figurano tre termini, i cui significati sono profondi e interconnessi, e rappresentano, nel nostro tempo, altrettanti valori primari. Sono: vita, scienza e democrazia. Ognuna di queste tre parole esprime un mondo di senso, i cui riverberi si espandono su interi universi.

La vita, prima di tutto. La certezza che la vita umana vada accolta, preservata e difesa contro qualsiasi forma di attacco costituisce il perno su cui poggia e si struttura Scienza & Vita fin dall’origine. E’, un po’, come un vessillo ideale che conferma e infonde coraggio in coloro che, come noi, sono impegnati nel quotidiano confronto con le tante opinioni che, della vita, propongono valutazioni diverse. E’ nostra convinzione, infatti, che la vita sia da considerare il bene sommo e vada protetta contro ogni sabotaggio.

Nei numerosi interventi di approfondimento, che il Manifesto ha già ispirato, sono state proposte molteplici considerazioni di ordine teologico, filosofico, sociologico, politico. Ci si può chiedere se anche la scienza abbia qualcosa di suo da dire sulla dignità della vita umana o se sia da prendere in considerazione solo il suo aspetto di supporto biotecnologico. Si potrà eccepire che la scienza è per sua natura afona sulle valutazioni etiche e che tale deve rimanere. Si potrà anche ricordare che quando un uomo di scienza trae spunto dalle sue conoscenze specifiche per ragionare sul mondo e la vita, lo fa da filosofo o da teologo. Tutto giusto. Ma è pur vero che la scienza non è solo metodologia; suggerisce anche contenuti che contribuiscono non poco alla formazione di una visione del mondo che non può non esercitare la sua influenza sugli altri campi del sapere. In questo la scienza ha certamente qualcosa di suo da proporre. E’ quanto qui esporrò, in maniera necessariamente più che sintetica.

Immagini dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, galassie e atomi, entrano ogni giorno nelle nostre case insieme a quelle, altrettanto splendide, dell’infinitamente complesso: piante, animali e le loro vicende di vita. A tutti i livelli, dagli stati organizzativi più semplici a quelli più complessi, dagli atomi alle stelle, all’uomo è costantemente presente una caratteristica: le unità osservabili sono composte, fatte cioè da parti più semplici che, interagendo fra di loro, assicurano la stabilità del tutto. E così, la fisica parla del come le particelle subatomiche si uniscono per formare atomi, la chimica di come più atomi si riuniscono in molecole, la biologia strutturale di come le molecole, a loro volta, si organizzano a formare cellule vive e queste ultime a mettersi insieme in organismi pluricellulari come l’uomo, la biologia evolutiva del come le relazioni reciproche favoriscono alcune specie a scapito di altre. A tutti i livelli, comunque, il motivo ricorrente nella musica dell’universo è la sintesi, l’unione organizzata da cui nascono le novità. Niente giustifica l’idea che, con la comparsa dell’uomo, tale tendenza risulti azzerata. I fatti, anzi, dimostrano il contrario: essa continua pressantemente a riproporsi a tutti i livelli ma soprattutto a quello delle attività spirituali umane. L’uomo infatti continua a far sintesi e creare novità con l’esercizio delle sue facoltà mentali divenendo, per dirla con Teilhard, un “abisso di sintesi”. Non più solamente frutto di unificazioni antecedenti ma sorgente inesauribile di nuove sintesi, ogni uomo è artefice insostituibile del processo del mondo.

Considerando, allora, questa visione dell’universo suggerita dalla scienza e le peculiari caratteristiche della mente umana, non è difficile trarre indicazioni di ordine operativo, ammesso che si decida di essere in sintonia con l’universo. La prima, fondamentale indicazione è il rispetto assoluto che si deve ad ogni essere umano indipendentemente dallo stadio e dalla qualità del suo sviluppo.

La seconda è la promozione del bene comune attraverso l’organizzazione di una società che sia il più possibile degna dell’uomo, capace di offrire ad ognuno la possibilità di sviluppare in pienezza la propria personalità e alla comunità di sperimentare nuovi modi di organizzarsi. Una sana democrazia è in grado di dare risposte soddisfacenti a simili esigenze, di creare, cioè, l’habitat più favorevole allo sviluppo di ogni sua componente e di sperimentare nuove forme più giuste ed efficienti di organizzazione sociale. Come si vede, i suggerimenti che emergono dalla scienza non sono poi così diversi da quelli proposti dagli altri saperi.

La newsletter di Scienza e Vita di settembre 2011