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La “politica del nemico”, un fantasma tornato tra noi

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22 Giugno 2018

Le dichiarazioni recenti del Ministro degli Interni Matteo Salvini sulla necessità di “censire” i rom presenti in Italia, accompagnate dal rammarico per l’impossibilità di espellere coloro che sono di nazionalità italiana, destano non solo stupore ma preoccupazione e ci interpellano, come cittadini e come associazioni cattoliche presenti in Toscana che vivono ogni giorno la realtà della gente comune, ad una presa di posizione che riteniamo doverosa.

La scelta di utilizzare argomentazioni del genere per trovare consenso politico appare ancor più grave perché condotta in un contesto, quello italiano, che soprattutto negli ultimi tempi è stato alimentato da paure, minacce di presunte invasioni, risentimento e rabbia contro “l’altro”. Si tratta di una impostazione che richiama alla memoria fantasmi di un passato che pensavamo lontano e che invece nel nostro paese, come nel resto d’Europa, si riaffaccia con il volto dei nuovi sovranismi.

Sentiamo ancor più forte il bisogno di non tacere perché nella nostra regione, in giorni recenti, alcuni membri di una comunità rom presente sul territorio da molti anni, con un comportamento gravissimo e inaccettabile che è stato immediatamente sanzionato dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, si sono resi colpevoli di un omicidio. Dentro il nostro contesto regionale, dove sono
presenti situazioni di tensione con chi vive in campi rom, le parole del Ministro dell’Interno conducono, come conseguenza, ad una indebita sovrapposizione fra responsabilità penali, che sono sempre individuali, e cultura.

Si rischia di far passare l’idea, inaccettabile perché falsa, che appartenere ad una cultura significa automaticamente avere comportamenti al di fuori della legalità e dunque non trovare spazio alcuno nel nostro tessuto sociale.

Si tratta, purtroppo, di un ulteriore segnale di un linguaggio carico di ostilità e disprezzo che sta avvelenando ogni confronto e che esprime la convinzione sottostante che esistano diversità culturali e razionali che hanno un valore qualitativo e morale che distinguerebbe gli italiani da tutti gli altri. È una visione delle cose che non solo è in contrasto con la nostra Costituzione e le leggi della Repubblica, non solo è inaccettabile per chi si professa cristiano, ma ancor più è falsa sul piano storico ed etico.

Costruire una politica per l’Italia scegliendo la comoda strategia dell’individuare continuamente “nemici” contro cui opporsi, che siano i migranti, l’Europa matrigna e adesso i rom, dimostra forse un’abilità nella tattica, ma denuncia purtroppo una povertà intellettuale e politica che temiamo dovrà essere pagata in futuro dal Paese.

Giovanni Pieroni
(Delegato regionale per la Toscana dell’Azione Cattolica Italiana)

Riccardo Saccenti
(Delegato regionale per la Toscana del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale)