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Dal dolore del mondo alla gioia del Risorto. I nostri auguri di buona Pasqua

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Cari amici,

già immersi nella Settimana Santa, ci apprestiamo a vivere ancora una volta, grazie alle liturgie che scandiscono il Triduo pasquale, il mistero della passione, della morte e della resurrezione di Gesù Cristo.

Impossibile non considerare come quest’anno parteciperemo ai riti pasquali in seno ad un contesto storico che sembra singolarmente e dolorosamente congeniale al mistero celebrato: alla pandemia tuttora non conclusa, con il suo grave carico di morte, di malattie e di sofferenze di ogni genere, si è tragicamente aggiunta la guerra che, ormai da molte settimane, è scoppiata in Ucraina, nel cuore dell’Europa, con il suo terribile peso di perdite di vite umane e di dolore per tanti fratelli e sorelle, con la paurosa ed inquietante fibrillazione delle relazioni internazionali che ha generato, con i suoi pesanti effetti sul terreno economico e sociale. Siamo così indotti a volgere lo sguardo in direzione di impressionanti manifestazioni della tragica e multiforme presenza del male e del peccato nella millenaria storia dell’umanità: solo l’acuta ed angosciante consapevolezza del demoniaco spessore del male nella storia del mondo può consentirci (non certo di comprendere, ma) di intuire appena l’insondabile mistero della passione e della morte del Figlio di Dio, che, pur non avendo peccato, è stato dal Padre trattato da peccato, essendosi caricato sul legno della croce appunto tale immane peso. Ed è soltanto in forza della misteriosa partecipazione alla passione ed alla morte di croce di Gesù Cristo che ci sarà dato di esplodere nel gioioso grido alleluiatico nella luminosa mattina della domenica di resurrezione.

E’ precisamente alla capacità di vincere l’oscura e nefasta forza del male con la luminosa e vivificante grazia del bene, nella prospettiva della virtù della giustizia, che dedicheremo la nostra impegnata riflessione nei prossimi mesi ed un Convegno nella primavera del prossimo anno; così come è all’attitudine di prendersi cura della vita (propria, degli altri, del creato), a riscattare le zone oscure della nostra vita (singola e comunitaria) con la benefica luce generata dalla domenica di Pasqua, che saranno dedicate le settimane teologiche estive del Movimento.

Speriamo che l’intero Movimento sappia percorrere il cammino sinodale avviato lo scorso anno lungo tali strade, in fedeltà al carisma iscritto nella sua identità e radicato nella sua storia.

Insieme ad Antonio, don Giovanni, Guido, Maria, Paolo, Rosetta e Saverio, auguro di cuore a voi ed ai vostri cari una buona Pasqua.

Luigi D’Andrea
Presidente nazionale del Meic

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