1. Home
  2. Opinioni
  3. Il presidente ad “Avvenire”: “Nonostante la crisi, speriamo”
0

Il presidente ad “Avvenire”: “Nonostante la crisi, speriamo”

0

Carlo Cirotto risponde alle domande del quotidiano cattolico in un’intervista sull’impegno del Meic a ottant’anni dalla sua fondazione (il link originale dell’intervista è qui)

CIROTTO (MEIC): NONOSTANTE I TEMPI DI CRISI TESTIMONIAMO LA SPERANZA
di Gianni Cardinale – “Avvenire”, sabato 19 maggio 2011

Il Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) viene oggi ricevuto in udienza da Benedetto XVI per «accogliere le parole del Papa» e «celebrare con lui gli 80 anni della nostra storia e condividere insieme le proposte per il nostro imminente futuro».

Lo dice ad Avvenire il professor Carlo Cirotto, che presiede l’associazione dal 2009 quando è subentrato all’attuale ministro della salute Renato Balduzzi.

«Al Congresso della Fuci del 1932 a Cagliari – ricorda Cirotto – si decise di dar vita al Movimento laureati di Azione cattolica, che dopo il Concilio Vaticano II ha cambiato nome diventando Meic». L’udienza di stamani sarà preceduta da una celebrazione eucaristica presieduta nella Basilica di San Pietro in Vaticano dal vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana.

Professore, come vi siete preparati a questa udienza?
In diversi modi. Non c’è stata nessuna iniziativa particolare, ma abbiamo dato un taglio speciale alle nostre attività che siamo soliti fare ogni anno. Un tono improntato al ricordo sia nell’assemblea del 2011, sia nella settimana di spiritualità che abbiamo trascorso a fine aprile all’eremo di Lecceto di Marmantile. Un taglio che verrà adottato anche nel Convegno nazionale dei presidenti in corso al Centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa in questi giorni e nella tradizionale settimana teologica di Camaldoli di agosto. Quella di oggi è una occasione davvero molto preziosa e in vista della quale la risposta del Meic è stata ricolma di entusiasmo.

Qual è il tema che state approfondendo in questi giorni a Rocca di Papa?
«Il nostro impegno: testimoniare la speranza». Crediamo sia veramente necessario darsi da fare per cercare di ridare un po’ di speranza in questo momento particolarmente difficile e critico sotto tutti i punti di vista.

Come si fa a suscitare speranza, specialmente tra i giovani?
Questa è la grande domanda. Questo è il problema che ci poniamo tutti i giorni. Se avessimo una risposta chiara, concisa e precisa, il problema sarebbe già mezzo risolto… Il fatto è che soprattutto le ultime generazioni vivono una situazione particolarmente critica, riguardo la famiglia, il lavoro, i rapporti sociali e anche quelli affettivi.

Cosa può offrire la Chiesa?
Il cristianesimo è andato sempre avanti offrendo una prospettiva sul modo con cui vivere ogni giorno la vita, nonostante tutte le difficoltà, con l’impegno di migliorare la situazione laddove sia possibile farlo. Certo, ricette precise non ce ne sono, perché la crisi è piuttosto generalizzata, è strutturale.

Nel suo ambito il Meic come cerca di affrontare questa crisi?
Problematizzandola, cercando di capire i fondamenti sociali e soprattutto antropologici di questa crisi e facendo delle proposte che sono le proposte cristiane e che per natura loro trascendono le situazioni concrete. Per cui sono proposte che possono essere di aiuto in una diversità enorme di situazioni critiche.