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CONVEGNO DI TORINO Fraternità, la chiave per costruire la pace

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A Torino si è chiusa l’esperienza del convegno nazionale “La pace è ogni passo” e al centro dell’ultima sessione (organizzata con il Centro culturale protestante) c’era il tema della fraternità come chiave di lettura per percorsi di pace.

Ha aperto la mattinata il giurista Filippo Pizzolato, che ha ricordato come il principio di fraternità sia una realtà sociale e culturale da allargare ed esprimere in ambito universale religioso e laico come mai è stato realizzato. La corresponsabilità della fraternità è orizzontale ed è immediata, una cura che esige un impegno diretto ed esigente, attraverso condotte che necessitano anche di norme, anche se la fraternità e un principio etico difficilmente regolabile per legge. Ancora, Pizzolato ha ricordato come la fraternità si basi sul principio di non discriminazione e su una rilettura della solidarietà che non sia orientata solo da una azione autoritativa o normativa, ma come espressione di dono. Infine, la fraternità è elemento di vivificazione e allargamento della corresponsabilità democratica. Weil ci insegna – ha concluso Pizzolato – che le grandi trasformazioni partono anche dalle piccole azioni ordinarie di testimonianza.

A dare una lettura interconfessionale del principio di fraternità ci hanno pensato tre esponenti autorevoli di tre diverse fedi.

Ariel Di Porto, rabbino capo della Comunità ebraica di Torino, ha iniziato il suo intervento con la parola Shalom, pace come elemento di unità senza annullare le differenze delle tradizioni religiose. Di Porto, riprendendo gli studi della tradizione rabbinica del passato e del presente, ha evidenziato come la dignità della differenza sia una necessaria ricostruzione di una nuova prospettiva di fraternità oltre le negatività del fondamentalismi religiosi e di una idea distorta della comunicazione immediata e confusa dei media digitali. Il pastore valdese Daniele Garrone ha affermato che le chiese cristiane sono paladine e baluardi positivi dell’idea di uguaglianza e della dignità di ogni uomo. Ma è stato un percorso molto tortuoso e pieno di pagine buie anche dentro le nostre chiese. E il processo di umanizzazione, richiamo alla Parola di Dio e alla libertà di coscienza, è stato un cammino davvero complesso di emancipazione da enormi errori e discriminazioni, violenze, sangue che è stato versato in nome di Dio. E ora il sostegno cristiano ai diritti umani, partendo dal tema della creazione e della redenzione, sono aspetti centrali di questo processo di crescita spirituale. Ma bisogna partire dai primi undici capitoli della Genesi che valgono per ogni essere umano che viene al mondo.

Infine l’imam islamico Yahya Pallavicini ha affermato che dentro i testi sacri, che andrebbero approfonditi e meditati, possiamo trovare una convergenza al richiamo al Dio unico con percorsi e lingue sacre diverse. Fraternità e fratellanza significano rispetto della differenze contro ogni sincretismo e omologazione. Questi elementi sono presenti nel Corano ma anche, come ha ricordato ancora Pallavicini, nei libri sacri della Bibbia: il rapporto tra bene e male di Abele e Caino, i percorsi di Ismaele e di Isacco e la vicenda di Giuseppe e i suoi fratelli. Unità e uniformità nella differenza: ciò ci rende tutti fedeli e pellegrini.

(Luca Rolandi) #torino2019

IL VIDEO DELLA SESSIONE