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TOSCANA Curare la casa comune e costruire la terra

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Documento delle delegazioni regionali toscane di MEIC, ACI e FUCI

In risposta all’appello avanzato da Papa Francesco nella Laudato si’ per “uno sforzo di formazione delle coscienze (n. 214), il seminario di studio toscano organizzato il 29 ottobre scorso a Pisa dal MEIC, assieme all’Azione Cattolica e alla FUCI, vuol essere una testimonianza che esorta ad una “educazione chiamata a creare una cittadinanza ecologica” (n. 211).

Poiché i modelli di pensiero informano i comportamenti, “tutte le comunità cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione” (n. 214). A questo riguardo, è fondamentale “diffondere un nuovo modello [ecologico] riguardo all’essere umano, alla vita, alla società e alla relazione con la natura. Altrimenti continuerà ad andare avanti il modello consumistico trasmesso dai mezzi di comunicazione e attraverso gli efficaci meccanismi del mercato” (n. 215).

Il percorso da seguire per raggiungere questo obiettivo deve essere anzitutto intrapreso con lo spirito della evangelizzazione, ossia dell’entusiasmo derivante dalla gioia di partecipare alla creazione e di essere protagonisti del suo sviluppo (Evangelii gaudium nn. 5, 27, 28). L’enciclica di Francesco, insieme all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, suggeriscono un’equivalenza fra educazione ed evangelizzazione, perché l’evangelizzazione autentica è opera di umanizzazione della realtà e di scoperta della bellezza e la ricchezza delle relazioni in cui l’essere umano è immerso. Affrontare la questione della cura della terra e dell’ambiente significa prima di tutto ridare senso alla trama di relazioni nella quale vive e opera la nostra coscienza. Si tratta di mettere al centro un’educazione alla libertà che interroga in primo luogo tutte le istituzioni educative.

Occorre scoprire linguaggi nuovi per superare antiche diffidenze, anche da parte del Popolo di Dio. Poiché il libro della natura è unico, i modi di leggerlo attraverso la fede e attraverso la scienza non possono contraddirsi e pertanto la nostra comprensione della natura sarà tanto più ricca quanto più profondo e pressante sarà il dialogo tra la Teologia della creazione, l’Ecologia e le altre discipline scientifiche. Il tema ambientale, infatti, nella misura in cui tocca la vita umana nella sua globalità, interessa tutti gli ambiti disciplinari e culturali. La ricerca scientifica ha sviluppato da tempo la capacità di leggere i tanti aspetti dell’ambiente e di disegnare un domani sostenibile. Si tratta di possibilità teoriche che ci dicono che questo nostro tempo è il tempo opportuno perché queste idee si traducano nella realtà. Si tratta di un compito che grava principalmente sulle spalle della politica che deve sentire l’urgenza di iniziare a dare attuazione a questi progetti.

Un segno tangibile di questa volontà di cambiamento sarebbe quello di ripensare i bilanci ambientali delle istituzioni pubbliche, che acquisterebbero maggiore efficacia se fossero costruiti attorno alla cura dei beni comuni e alla responsabilizzazione di tutti coloro che di quei beni sono fruitori. Questo significa pensare questi strumenti amministrativi non più sulla base di divisioni territoriali ma a partire dalle comunità ambientali.

Sono queste le iniziative che possono permetterci di continuare ad edificare la casa comune in una relazione equilibrata con l’ambiente di cui siamo parte. In tal modo si gettano le basi per passare dall’autoreferenzialità che frammenta all’assunzione della priorità dell’interesse comunitario, si alimentano processi di cooperazione più efficaci e solidi rispetto alle dominanti logiche di competizione e si riduce l’inequità che permea le nostre società.