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Addio a Christian Albini, è morto il “teologo con i piatti da lavare”

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di ANDREA MICHIELI

È mancato oggi, dopo una lunga malattia, Christian Albini. Ci ha lasciato un teologo originale, generoso e paziente; studioso di Hannah Arendt, Dietrich Bonhoeffer e, soprattutto, Thomas Merton. Il suo blog “Sperare per tutti” è stato un punto di riferimento per il dibattito teologico italiano. Negli ultimi anni aveva partecipato a molti incontri dei Gruppi del Meic tra Piemonte e Lombardia. Nato a Crema 43 anni fa, sposato con tre figli, Christian era un “teologo con i piatti da lavare” come si era definito in una recente intervista alla rivista «Credere» nella quale aveva ribadito che la teologia non poteva rimanere solo una «cosa che interessa i preti», ma doveva essere rinnovata dal protagonismo dei laici.

Come si evince dai messaggi riportati in fondo a questa pagina, tra i molti ricordi che in queste ore provengono dal Meic, sentito è quello del Gruppo di Lodi, che aveva invitato Christian alcuni anni fa per un incontro. Ma sono davvero molte le persone che lo stimavano e apprezzavano, e oggi lo piangono.

L’ultima collaborazione con il Meic risale a poche settimane fa, con un contributo di Christian sulle pagine di Coscienza. Riflettendo sul tema dell’inquietudine nella vita di fede, concludeva con le parole di Merton: «Sono importanti i monaci, gli hippy e i poeti? No: siamo volutamente irrilevanti. Viviamo l’intrinseca irrilevanza propria di ogni essere umano. L’uomo marginale accetta la fondamentale irrilevanza della condizione umana, un’irrilevanza mani- festata soprattutto nella realtà della morte. La persona marginale, il monaco, lo sfollato, il prigioniero, tutte queste persone vivono in presenza della morte, che mette in discussione il senso della vita. Egli combatte in se stesso la realtà della morte, in cerca di qualcosa di più profondo della morte; perché esiste qualcosa di più profondo della morte, e compito del monaco o della persona marginale, della persona meditativa o del poeta è trascendere la morte già in questa vita, trascendere la dicotomia vita/morte ed essere perciò un testimone della vita».

La citazione di Merton, ripresa da Christian nel suo scritto, risuona oggi carica di tristezza e speranza. Ha combattuto “in se stesso la realtà della morte, in cerca di qualcosa di più profondo della morte” ed è stato per tutti noi, fino alla fine, “un testimone della vita” che ci lascia un grande vuoto e tanti motivi per sperare.

I MESSAGGI DI CORDOGLIO

Davvero una perdita grave per una Chiesa di credenti liberi dalle forme e dall’ossessione per i numeri. Lo penso adesso in buona compagnia, seduto al banchetto della vita piena di Dio.
don Attilio Mazzoni – Assistente del Meic lombardo e del gruppo di Lodi

Gli avevo scritto pochi giorni fa poche righe percependo ciò che stava accadendo.Cosa dire? Sono profondamente addolorato per la perdita di una persona attiva, piana di vita e di interessi.Umanamente chiedo sempre a Dio il “perché” di tutto questo. Purtroppo è un dolore che si aggiunge ad altre perdite difficili.Ma in queste occasioni riaffermo sempre, anche se con grande difficoltà, che “vita mutatur, non tollitur” (è la speranza che deve sorreggere la fede a volte vacillante).Ricordiamolo e ricordiamoci fraternamente.
Ivano Mariconti – Meic di Lodi

Ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare Christian. Da circa un anno collaborava anche con “Jesus”, con una rubrica mensile tutta sua che non mancavo mai di leggere per la capacità che aveva di dire cose profonde con estrema semplicità. L’avevo ascoltato e salutato nel settembre scorso a Lodi, invitato dall’AC nella giornata di apertura dell’anno. In modo semplice ma coinvolgente e profondo ci ha saputo tratteggiare il pensiero e la direzione che papa Francesco ha impresso alla Chiesa. Davvero una grave perdita per la chiesa di Crema e penso anche, senza esagerare, per la chiesa italiana.
Giuseppe Migliorini – Presidente gruppo Meic di Lodi

Cinque anni fa, quando ci eravamo conosciuti in occasione di un confronto pubblico con Vito Mancuso a Lodi, la malattia aveva già incrociato pesantemente il suo cammino. Anche a partire da questa esperienza personale aveva saputo proporre con verità e semplicità una visione realmente “incarnata” di Dio, in alternativa a un’immagine divina di matrice più filosofica. A volte basta condividere pochi frammenti di vita per riconoscere e apprezzare le qualità umane di una persona. Con Christian – per me e per il Meic di Lodi – è stato così. Grazie.
Paolo Daccò – Meic di Lodi – Redazione di Coscienza

Un pensiero riconoscente al Signore per averci donato Christian Albini e le sue riflessioni puntuali, stimolanti, argute. Ora Ti chiediamo di custodirlo nella tua pace e di vegliare sulla sua famiglia, che più vivrà la fatica e la nostalgia dell’assenza.
Simona Borello – Meic di Torino

Non ci sono parole per commentare tragedie come questa. Ciao Christian Albini, eri una persona che prendeva la Vita sul serio, non ti tiravi indietro mai. Avresti avuto ancora un sacco di parole (di speranza) da dirci, di gesti (di attenzione) da compiere, di impegni da portare avanti, con competenza, passione e dedizione, come eri solito. Mancherai a tantissimi, alla tua comunità di San Giacomo, ma a tutta la comunità civile cittadina. Un abbraccio forte a Silvia e ai tuoi piccoli. Buon viaggio e continua a sperare per tutti noi!
Stefania Bonaldi – Sindaco di Crema, già socia Fuci di Crema


Il funerale si svolgerà martedì 10 gennaio alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di san Giacomo in Crema. La salma è da stamattina nella saletta accanto alla chiesa.