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Da soli non andiamo da nessuna parte

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27 Ottobre 2018

di BEPPE ELIA

Il braccio di ferro fra la Commissione europea e il nostro Governo in merito al Documento di economia e finanza suscita in noi cittadini più di una preoccupazione. Al di là delle ragioni molto importanti che motivano questo dissidio, ciò che genera inquietudine è il modo con cui si sta sviluppando il rapporto fra alcuni autorevoli esponenti delle due istituzioni. Critiche al DEF sono state infatti abituali negli ultimi anni, come pure vivace è stata la discussione che ne è seguita, ma mai i toni (e i gesti) sono stati così aspri e corrosivi, soprattutto da parte di alcuni politici nostrani. Non è solo però una questione di buona educazione, perché sotto la scorza dei comportamenti si cela la polpa di un problema molto più sostanziale.

Più di un osservatore ha rilevato che non è tanto in discussione il rapporto deficit/PIL, per quanto importante sia questo parametro, ma il fatto che, con le scelte ipotizzate, si è di fronte ad una scommessa molto rischiosa; ed è di questo che occorre parlare, accettando di confrontarsi con le ragioni dell’altro. Ma per riuscirci bisogna considerare credibile l’interlocutore, con cui si può stabilire un dialogo costruttivo. Se invece, come quotidianamente avviene, vi è qualcuno che soffia sul fuoco della polemica, per dimostrare la propria forza muscolare, la relazione appare subito in salita. Possiamo certo “tirare diritto”, a dispetto di ogni raccomandazione o imposizione, in nome della sovranità nazionale, ma non abbiamo alcuna possibilità, essendo un piccolo Paese in un mondo globalizzato, di rispondere autonomamente alle sfide sociali ed economiche ben più grandi di noi. E questo vale anche per qualunque altro Stato del nostro continente.

L’Unione europea, anche sotto questo profilo, è una necessità, ed è lo strumento più importante di cui disponiamo per poter guardare con fiducia al futuro. Va certamente riformata, completata, rafforzata (anche se non si vede nell’attuale classe politica europea chi sia all’altezza di questo compito), ma picconarne l’edificio per evitare che si intrometta nelle nostre questioni è una scelta molto miope.