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La Cei conferma Elia e don Tangorra per un secondo mandato

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Il Consiglio permanente della Cei ha confermato Beppe Elia presidente nazionale del Meic per un secondo triennio. Il rinnovo del mandato di Elia era stato proposto ai vescovi italiani dal Consiglio nazionale del Meic.

L’organismo episcopale ha provveduto anche al rinnovo di don Giovanni Tangorra nell’incarico di assistente nazionale del Movimento.

Beppe Elia, ingegnere torinese, 69 anni, è presidente del Meic dal 30 gennaio 2015. Don Giovanni Tangorra, 62enne sacerdote della diocesi di Palestrina, professore ordinario di ecclesiologia alla Pontifica Università Lateranense, è assistente del Meic dal 27 settembre 2013.

Ecco il messaggio del Presidente nazionale dopo aver ricevuto la notizia della conferma.

Ringrazio gli amici del Consiglio nazionale per avermi eletto alla presidenza del MEIC per un secondo triennio e la Conferenza Episcopale Italiana per aver confermato tale scelta.

Siamo a pochi mesi di distanza dall’assemblea nazionale di Assisi che ha indicato, con l’approvazione del documento finale e di numerose mozioni, la via da seguire per il prossimo triennio. E su questa via già ci siamo incamminati.

Ricordavo, proprio ad Assisi, che il Meic è oggi ad un crocevia: possiamo essere semplicemente un luogo di incontro tra amici che svolgono interessanti riflessioni culturali, teologiche, e vivono insieme momenti di spiritualità; o, pur senza negare queste forme, tentare modi nuovi di presenza, di dialogo e di collaborazione con altre realtà, ecclesiali e non. L’invito di papa Francesco ad essere ideatori e costruttori di una Chiesa più sbilanciata verso l’esterno non può essere raccolto se non mettendo in discussione anche noi e la nostra capacità di testimoniare il Vangelo.

Il documento assembleare dice proprio questo: l’impegno ad assumere la complessità come dimensione del nostro essere e del nostro fare e a mettere in gioco le nostre competenze ed esperienze per aiutare a costruire una Chiesa nuova e una società più umana. I tempi che viviamo sono difficili, perché si vanno sgretolando anche alcune certezze su cui contavamo: la pace è sempre più messa in pericolo, la paura dell’altro cresce anche in gruppi sociali che pensavamo ospitali, le relazioni interpersonali sono divenute molto fragili, le ingiustizie sociali permangono molto acute. Ci ha ricordato il card. Bassetti nella sua prolusione al Consiglio permanente della Cei che “siamo chiamati, innanzitutto, ad essere Chiesa al servizio di un’umanità ferita. Che significa, inequivocabilmente, essere Chiesa missionaria. E la prima missione dei cristiani consiste nell’annuncio del Vangelo nella sua stupenda, radicale e rivoluzionaria semplicità”.

Abbiamo bisogno di non ripiegarci, di guardare lontano, di riaccendere la speranza; il Meic, che è dentro ai processi di cambiamento, può essere un piccolo segno di questa speranza.

IL COMUNICATO FINALE DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI DEL 25-27 SETTEMBRE 2017 (.doc)