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#DISTANTIMAUNITI Tra le istituzioni ci vuole lealtà

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di MARIO SERAFIN
Meic di Vicenza

Le intenzioni che papa Francesco premette ogni mattina alla messa teletrasmessa sono sempre concrete, riguardano esigenze reali. Come quella espressa «per i governanti che hanno la responsabilità di prendersi cura dei loro popoli in questi momenti di crisi: capi di Stato, presidenti di governo, legislatori, sindaci, presidenti di regioni». Ha invitato a pregare «perché il Signore li aiuti e dia loro forza, perché il loro lavoro non è facile. E quando ci siano differenze tra loro, capiscano che devono essere molto uniti per il bene del popolo, perché l’unità è superiore al conflitto».

E’ un’intenzione che mi pare di poter collegare con il filo conduttore della recente relazione della presidente Marta Cartabia sull’attività annuale della Corte costituzionale. E con un passaggio della lettera con la quale la presidenza nazionale del Meic ha invitato a condividere questo spazio di condivisione, “distanti ma uniti”, là dove si rileva «il conflitto tra l’autonomia regionale e lo Stato nella gestione dell’emergenza».

Il Papa guarda a tutto il mondo. L’attuale pandemia è ovunque. La sua preghiera vale per i governanti e i responsabili delle istituzioni di ogni paese, ma essa ha sue specifiche ragioni in Europa, dove – si dice nella lettera della nostra presidenza – l’Unione «si gioca non solo la sua credibilità ma la sua stessa esistenza», dovendo «ritrovare una consapevolezza unitaria in una situazione che scuote i suoi sistemi sociali ed economici». E vale tanto più in Italia. Qui la tutela della salute è da tempo tema di contestazione tra governo centrale e regioni. Gli interventi decisi per far fronte al contagio trascinano polemiche tra forze politiche diversamente schierate. Esse sono in campagna elettorale nelle sei regioni ordinarie in scadenza di mandato. Il pericolo di contaminazione ha fatto rinviare il voto, con discussioni sull’eventuale data, preferita vicina da chi più ha guadagnato visibilità dalla questione urgente e prioritaria.

Il principio richiamato dal Papa «l’unità è superiore al conflitto», ben spiegato come «criterio evangelico» nella Evangelii gaudium, implica la solidarietà quale «stile di costruzione della storia», si prospetta come «un ambito vitale dove i conflitti, le tensioni e gli opposti possono raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita».

Tale principio appare in singolare sintonia con quello sul quale la presidente Cartabia ha impostato la sua relazione, «il principio di leale collaborazione tra le istituzioni»: parlamento, governo, regioni, pubblica amministrazione, giudici ordinari, corti sovranazionali. Lo ha definito «il risvolto istituzionale della solidarietà». Nella cornice della nostra Costituzione, che «con il suo equilibrato complesso di principi, poteri, limiti e garanzie, diretti, doveri e responsabilità» offre «alle istituzioni e ai cittadini la bussola necessaria “per l’alto mare aperto” dell’emergenza e del dopo emergenza che ci attende».

Certamente di primaria importanza, specie nel far fronte alla pandemia e alle sue conseguenze economiche e sociali, è la collaborazione tra Stato e Regioni. E’ frequente il loro ricorso alla Corte per giudizi di legittimità: essi – ha riferito la presidente – spesso «si risolvono con la cessazione della materia del contendere o l’estinzione del giudizio, in seguito a modifiche apportate alla normativa impugnata durante la pendenza del giudizio». Nel 2019, per ben 35 volte a controversie tra Stato e Regioni portate all’esame della Corte si è trovata «una composizione politica, in nome della collaborazione mancata in precedenza». Ciò significa utilizzare «il giudizio davanti alla Corte come uno strumento di pressione in vista di ulteriori valutazioni ed eventuali accordi».

Per le Regioni ordinarie il 7 giugno prossimo ricorrono i cinquant’anni dalle loro prime elezioni. Questo mezzo secolo di storia è stato vissuto in un rapporto conflittuale con lo Stato. Nel 2001 abbiamo avuto la molto discussa riforma del titolo quinto sulle competenze, nel 2016 il referendum che ha respinto una radicale riforma dell’ordinamento dei poteri, nell’ottobre 2017 in Veneto e in Lombardia si è tenuto il referendum consultivo con il quesito sull’attribuzione alla Regione di «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia».

L’inedita, imprevedibile emergenza sofferta in tutto il mondo è da sperare porti a intenti di unità oltre i conflitti, per papa Francesco principio di pace sociale, e in Italia alla leale collaborazione, risvolto della solidarietà, tra tutte le istituzioni della Repubblica, politiche e giurisdizionali, statali, regionali, locali, nelle scelte immediate e in quelle che si dovranno responsabilmente progettare per un futuro tutto da ripensare.