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Parlamento svuotato, Ceccanti: “Il problema è lo squilibrio tra maggioranza e opposizione”

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Continua il dibattito intorno all’appello in difesa della democrazia parlamentare lanciato da alcune personalità del Meic o vicine al Movimento. Ecco il commento di uno dei protagonisti dello scontro politico che si è consumato intorno all’iter parlamentare della Legge di bilancio 2019: il socio del Meic e deputato del Partito democratico Stefano Ceccanti, componente del Comitato per la legislazione della Camera.

L’appello: “Un Parlamento svuotato e i rischi
di una democrazia che non guarda più ai diritti”

Mi felicito per la tempestività e l’appropriatezza dell’intervento del Meic e per l’attenzione mirata posta alle vicende parlamentari, compreso il lavoro del Comitato per la legislazione della Camera.

Mi permetto solo due osservazioni integrative.

La prima è questa: il rafforzamento patologico del ruolo del Governo attraverso fiducie e decreti risale agli anni ’80, è quindi precedente al ’94. Il cambiamento della legislazione elettorale in senso maggioritario è stato successivo e voleva essere il tassello di una risposta fisiologica: proprio perché i Governi sono irreversibilmente più rilevanti nel procedimento legislativo essi devono avere una legittimazione diretta da parte dei cittadini elettori. Penso che sia un tema da riprendere perché il principio del cittadino arbitro che vale per comuni e per Regioni e in parte per la Commissione europea non può essere ignorato sul livello nazionale.

La seconda è questa: dobbiamo distinguere di più tra vari passaggi che si sono realizzati nel periodo esaminato, non tutto si equivale. La forzatura effettuata stavolta non ha paragoni: mai il testo del maxi-emendamento governativo aveva scavalcato l’esame parlamentare, fin qui si era sempre basato sul lavoro delle Commissioni bilancio; a suo modo si era comunque realizzato un equilibrio che ora si è rotto. In questa chiave bisogna per un verso puntare su un rafforzamento fisiologico del Governo, solo una ragionevole corsia preferenziale per i disegni di legge del Governo evita la proliferazione dei decreti, altrimenti affrontiamo gli effetti senza porci il problema delle cause; simultaneamente bisogna pensare ad alcune garanzie nuove per il Parlamento, soprattutto per i gruppi di opposizione. Ci sono anche delle buone prassi: ad esempio nella legge 243/2012, applicativa della riforma costituzionale sulla stabilità di bilancio, è stato creato l’Ufficio parlamentare di bilancio, che ha reso autonomo il Parlamento nell’acquisizione di dati economici rispetto al Governo e che consente, anche nei casi peggiori come quello a cui abbiamo assistito, una certa dialettica e trasparenza nell’esame del bilancio.

In altri termini, riassumendo, non si tratta di riscoprire la centralità perduta, comunque non recuperabile, e che era più centralità dei partiti in un sistema bloccato che non del Parlamento, ma di superare l’attuale indubbio squilibrio in avanti, in modo simile a quanto accade nelle altre democrazie parlamentari. E’ il continuum maggioranza-Governo, meglio sulla base di una scelta di fondo degli elettori, a guidare il procedimento legislativo, ma questo accade con strumenti corretti e con tempi e modi garantiti per i gruppi di opposizione che possono così precisare i propri indirizzi alternativi.

STEFANO CECCANTI