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Donne e uomini, la stessa dignità. Anche nella Chiesa

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24 Novembre 2018

di SARA MILANO
avvocato, gruppo Meic Torino

Solo in Italia, da gennaio a ottobre 2018, si sono verificati 106 casi di femminicidio (fonte Eures): 106 donne sono state uccise dai loro (ex) compagni. Il femminicidio non è semplicemente “omicidio di persona di sesso femminile” ma trova le motivazioni nella cultura patriarcale che considera la donna proprietà dell’uomo e costituisce l’episodio estremo di un sistema di violenze (fisiche, economiche, sessuali, psicologiche) di cui sono vittime le donne in quanto tali. In tutto il mondo, con diverse modalità.

Per questo sono importanti i simboli civili, come la celebrazione, domenica 25 novembre, della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Per questo, come credenti impegnati, abbiamo la responsabilità di diffondere una cultura differente, a partire da un linguaggio non sessista e rispettoso delle differenze di genere, all’impegno sociale in attività di empowerment femminile, all’impegno politico per promuovere leggi che tutelino la parità di genere, proteggano le donne dalla violenza, ne sostengano l’aspirazione alla maternità senza pesanti rinunce alla vita pubblica.

Non si può nascondere che nella costruzione e mantenimento della cultura patriarcale la Chiesa Cattolica abbia avuto e continui a mantenere pesanti responsabilità, soprattutto a causa del clericalismo, come denunciato recentemente anche da Papa Francesco, che si declina come esercizio di potere, esclusivamente e dichiaratamente maschile.

D’altra parte, all’interno della Chiesa Cattolica le donne hanno storicamente trovato una via di emancipazione e anche ora non mancano segni di speranza, da ultimo il discorso del Papa del 17 novembre.

Purtroppo, è stata recentemente persa un’importante occasione: la concessione del diritto di voto alle donne religiose partecipanti all’ultimo Sinodo, nonostante il parere favorevole di alcuni padri sinodali e diversi ordini religiosi maschili. 

Questo è un punto di snodo: la situazione non cambierà senza l’impegno degli uomini. Solo nella corresponsabilità di donne e uomini, nel riconoscimento di pari dignità, si costruisce una società giusta. Altrimenti si continuano a perpetrare logiche di potere, antitetiche al messaggio evangelico. E’ necessaria un’autentica conversione in questo campo. Come possiamo pensare di scardinare le strutture di potere tra ricchi e poveri, tra maggioranza e minoranze senza prima scardinare le medesime strutture nella relazione fondamentale dei rapporti personali e sociali: quello tra uomo e donna? Anche e soprattutto all’interno della Chiesa.