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Viri probati: l’apertura del Papa, la riflessione su Coscienza

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Papa Francesco ha aperto a una riflessione sui «viri probati», uomini sposati di provata fede a cui affidare alcune funzioni sacerdotali, per affrontare la scarsità di vocazioni in alcune zone e per dare una risposta al problema delle comunità cristiane più isolate e complesse da servire.

«Dobbiamo riflettere se i viri probati siano una possibilità», ha detto Francesco in un’intervista apparsa oggi su Die Zeit (la prima concessa dal papa a un giornale tedesco). «Dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate». La Chiesa deve sempre «riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa». Francesco sottolinea che «la vocazione dei preti rappresenta un problema enorme» e «la Chiesa dovrà risolverlo», ma «il celibato libero non è una soluzione», né lo è aprire le porte dei seminari a persone che non hanno un’autentica vocazione. «Il Signore ci ha detto: pregate. È questo che manca, la preghiera. E manca il lavoro con i giovani che cercano orientamento». Un lavoro «difficile» ma «necessario» perché «i giovani lo chiedono».

Anche Coscienza si era occupata recentemente di questo tema: sul numero 3 del 2016 era apparsa un’intervista a Eugenio Di Giovine, laico sposato e padre di 4 figli, e insieme a sua moglie responsabile pastorale di una comunità a Bollate nel quadro di una sperimentazione avviata dalla Diocesi di Milano, “Famiglie missionarie a km 0”. La ripubblichiamo qui come contributo al dibattito che si è aperto in seguito alle dichiarazioni del Santo Padre.

Quando il parroco è una famiglia intera – Intervista a Eugenio Di Giovine (Coscienza 3-2017) – PDF