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Sei impegni per prenderci cura di casa nostra

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di PAOLO DACCO’

I gruppi Meic delle regioni del Nord-Ovest (Piemonte-Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), replicando una modalità di incontro già sperimentata negli scorsi anni, si sono dati appuntamento a Vercelli, sabato 21 maggio scorso, per una giornata di riflessione e di studio sul tema “Insieme per la casa comune”.

Il convegno, al quale hanno partecipato una cinquantina di soci provenienti da numerosi gruppi delle tre regioni coinvolte, è stato articolato intorno a sei verbi-azioni connesse all’idea di “casa” (conoscere, progettare, custodire, costruire, arredare, abitare), ognuno dei quali ha costituito il perno di una delle relazioni proposte ai partecipanti nel corso della giornata.

La sessione mattutina, introdotta e moderata da Stefano Biancu, presidente del Meic diocesano di Milano, ha posto l’attenzione sulla questione ambientale, muovendo dalla “Laudato si'” e approfondendo le implicazioni di un documento così rivoluzionario sulla vita dei singoli, delle famiglie, delle comunità territoriali e della società nel suo complesso.

Guido Viale, ricercatore e saggista, Paolo Pileri, urbanista, e Piermario Ferrari, teologo, pur muovendo da diversi approcci e punti di vista, hanno visto convergere le loro riflessioni intorno al concetto cardine del superamento di un’antropocentrismo “predatorio”, per riportare il rapporto dell’uomo con l’ambiente e con le altre forme viventi che il creato pone al suo fianco (e non al suo esclusivo “servizio”), attraverso un processo di lettura-comprensione del reale e una conseguente conversione ecologica, a una condizione più armonica, rispettosa di tutta la biosfera e delle generazioni future, che come la nostra hanno il diritto di poterne godere domani.

Solo un’ecologia integrale, assunta come stile di vita, sguardo sul mondo e criterio di orientamento delle scelte politiche, ha la forza di riportare nel giusto alveo il ruolo dell’uomo e il suo rapporto con ciò che lo circonda, che non è “suo” ma che al contrario lo chiama al compito e al dovere di custodirlo e valorizzarlo. Per giungere a una vera ecologia integrale è necessario assumere come propria una visione dell’ambiente che non accetti mai il compromesso utilitarista, che “costringe” la questione ambientale in una valutazione costi/benefici già in partenza falsata a sfavore dell’ecosistema, in quanto suppone di poter pesare e “compensare” valori e beni di natura non economica né numericamente misurabile.

La ripresa dei lavori è stata preceduta dal saluto dell’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, e dall’intervento di Beppe Elia, presidente nazionale del Meic, che facendo da cerniera tra i due approcci al tema del convegno – ambientale e socio-culturale – ha indicato al Movimento la strada da percorrere per riverberare nella comunità civile e nel dibattito culturale la forte sollecitazione di papa Francesco intorno a queste urgenze, impegnando tutti i gruppi locali a farsene carico.

La sessione pomeridiana, coordinata dal sociologo Gian Luigi Bulsei, del gruppo Meic di Vercelli, è stata invece dedicata agli aspetti più strettamente sociali e culturali che l’idea di “casa comune” chiama in causa.

Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni, ha fornito un quadro obiettivo della presenza di persone straniere nel nostro Paese, spesso oggetto di valutazioni “da bar sport”, che senza avere un fondamento di realtà influenzano l’opinione pubblica (incluse spesso le comunità cristiane) e le scelte sociali e politiche, e degli atteggiamenti più diffusi e radicati nei loro confronti; suor Giuliana Galli, religiosa e già vicepresidente della Fondazione San Paolo di Torino, ha sottolineato invece come il compito di “arredare” la casa comune non possa ridursi a uno sterile “imbellettamento” di antichi mobili e suppellettili, da affiancare, senza la fatica di costruire insieme un disegno complessivo, alle nuove istanze che la compresenza in un unico contesto sociale di tante tradizioni e culture richiede invece di affrontare a partire dalle fondamenta.

Prima del dibattito finale, animato e partecipato come quello che aveva chiuso la mattinata, e delle conclusioni affidate a Giorgio Bailo e Michele Lucchesi, il ventaglio delle relazioni proposte nel convegno è stato concluso dalla testimonianza di un esponente della comunità musulmana vercellese, che ripercorrendo la propria esperienza umana ha messo in luce episodi e incontri personali che hanno consentito, a lui e a tante altre persone giunte negli ultimi anni nel nostro Paese, di sentirsi non solo “abitanti” di una casa già costruita e arredata da chi già c’era, ma di esercitare a pieno titolo il proprio ruolo di “nuovi cittadini”.

IN ALLEGATO IL PROGRAMMA E GLI INTERVENTI DEL CONVEGNO

Il programma del convegno
STEFANO BIANCU – L\’ambiente- casa comune da conoscere, progettare, custodire
GUIDO VIALE – Conoscere
PAOLO PILERI – Progettare
PIERMARIO FERRARI – Custodire
GIAN LUIGI BULSEI – Una sola societa\’, tanti popoli e culture
MAURIZIO AMBROSINI – Costruire
MEIC MILANO – Contributo al dibattito