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EXPO Toso e Pizzolato: cibo e giustizia, servono risposte politiche

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20 Giugno 2015

“Serve un impegno esplicito dei cristiani per la costruzione di una nuova autorità politica mondiale”: è il monito lanciato da monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza e già segretario del Pontificio consiglio Giustizia e pace, al convegno del Meic “Fame e sazietà. Il cibo e le sfide della giustizia” in corso a Milano all’Università Cattolica con il patrocinio di Expo 2015. 

Per Toso finora “le istituzioni internazionali attuali hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza” nel tutelare il diritto al cibo, per il quale non servono enunciazioni di principio ma “risposte politiche: accesso al credito, tutela dei piccoli produttori, investimenti sulla sicurezza alimentare, sostegno ai lavoratori della terra, incoraggiamento della cooperazione. Il mercato da solo, lo si è visto, non può risolvere tutto”.

Il vescovo ha messo in guardia dal rischio della “riduzione degli spazi della democrazia”: “Occorre una politica più ‘democratizzata’, non succube dei meccanismi della finanza”. È qui, per Toso, che i cristiani devono giocare un ruolo più decisivo: “Stiamo facendo troppo poco. Il coinvolgimento nelle istanze locali e nella società civile è importante ma non è sufficiente. La conversione ecologica a cui ci chiama il papa con la Laudato si’ ha bisogno di un impegno forte dei credenti soprattutto a livello politico”.

Di politica ha parlato anche l’altro relatore della giornata, il giurista Filippo Pizzolato, docente all’Università di Milano Bicocca: “La proposta del ministro Martina di inserire il diritto al cibo nella Costituzione? Mi sembra politica degli annunci. Piuttosto dovremmo prendere più sul serio quello che nella Costituzione è già scritto”. Per Pizzolato la questione della giustizia e dell’equità di accesso alle risorse alimentari richiede di “tornare a una politica fondata non solo sul voto, ma sulla partecipazione alla vita sociale ed economica del Paese. Ma per assicurare la partecipazione a tutti servono scelte concrete: per esempio un istituto di protezione dalla povertà assoluta, come il reddito di inclusione sociale, che in Europa hanno tutti tranne l’Italia”. 

“Sono proprio i poveri a pagare il prezzo più alto dell’incuria ambientale”, ha detto il presidente del Meic Beppe Elia. “Sui problemi di giustizia a livello planetario dobbiamo avere il coraggio di parlare a voce alta in difesa dell’umanità e impegnarci in gesti concreti di solidarietà, una necessità urgentissima in quest’epoca in cui rischiamo la barbarie: basti guardare quello che sta accadendo sui migranti”.

Il convegno era stato aperto dal saluto dell’assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica, monsignor Claudio Giuliodori, che ha sottolineato come l’iniziativa del Meic sia la prima sui temi della giustizia alimentare a svolgersi dopo la pubblicazione dell’enciclica del papa. È intervenuto anche il professor Francesco Botturi, del comitato scientifico di ExpoLab, che ha messo l’accento sulla necessità di investire sulla dimensione conviviale, culturale e relazionale del tema del cibo.

Domani la giornata conclusiva del convegno: sarà la volta della condivisione delle iniziative culturali che i gruppi del Meic hanno realizzato in tutta Italia negli ultimi mesi sui temi di Expo 2015. Le idee e le proposte verranno sintetizzate in un documento pubblico.

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