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Comincia la Settimana teologica

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Ambiente, educazione, ricerca scientifica, ruolo dei laici e delle donne nella Chiesa dopo l’elezione di papa Francesco: sono questi i temi intorno ai quali ruoterà da stasera al Monastero di Camaldoli la tradizionale Settimana teologica del Meic. “La perenne vitalità della speranza cristiana” è il titolo scelto quest’anno per l’iniziativa, che coinvolgerà fino a giovedì 29 oltre cento intellettuali cattolici provenienti da tutta Italia, in rappresentanza delle diverse realtà locali del Meic ma non solo.

Sarà la speranza cristiana, dunque, il filo conduttore che legherà le giornate di studio a Camaldoli.

Particolarmente ricco il programma dei relatori. Sul tema dell’ambiente e della salvaguardia del territorio interverranno il teologo Giuseppe Lorizio, la biblista Donatella Scaiola e l’oncologo Maurizio Portaluri. Toccherà invece alla teologa Maria Benedetta Zorzi e al sociologo Antonio Cocozza discutere di educazione e ricerca come strategie per il futuro. Due le tavole rotonde dedicate alla vita della Chiesa e alle aspettative sul pontificato di Francesco: la prima riguarderà le donne, con la filosofa Paola Ricci Sindoni e la consigliera nazionale del Meic Marinella Sciuto, la seconda i laici e il loro ruolo nella comunità cristiana, con la teologa Serena Noceti e il sociologo delle religioni Piergiorgio Grassi. Concluderà i lavori della Settimana una conversazione con il priore generale dei Camaldolesi Alessandro Barban sul passaggio da papa Ratzinger a Bergoglio.

“Annaspiamo in una crisi profonda, non solo economica, ma da credenti chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi sappiamo che non è mai tempo per cedere alla rassegnazione”, dice il presidente nazionale del Meic Carlo Cirotto, che fissa così gli obiettivi della Settimana: “A Camaldoli ripartiremo dai fondamenti della nostra speranza e dalla loro concretizzazione storica: come laici abbiamo il dovere di aguzzare la vista sui germi di speranza già presenti nelle diverse realtà della vita per riconoscerli e coltivarli. E’ un compito dei cristiani, e in particolare di quanti vivono un impegno intellettuale, di cui ha bisogno sia la comunità ecclesiale che quella civile”.

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