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Il Mediterraneo a Ostuni

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di ROBERTO CIPRIANI

Bisogna essere grati ancora una volta a Pierino Lacorte (presidente del Meic di Ostuni) e Mario Signore (ordinario all’Università del Salento) per aver tenuto fede ad un tradizione ormai pluriennale, che vede riuniti ad Ostuni, per un confronto scientifico-culturale ad alto livello, alcuni tra i migliori pensatori, accademici e non, italiani e stranieri, al fine di tracciare scenari relativi al presente ed al futuro della nostra area mediterranea, che interessa più di un continente del pianeta Terra.

Il tema, come sempre, è stato di grande attualità, ma stavolta si potrebbe dire che è stato di una tempestività straordinaria, tale da “stare sui fatti” di questo periodo, sulla crisi globale, sulle difficoltà nazionali ed internazionali, sugli interrogativi riguardanti lo stato assistenziale (il cosiddetto welfare state).

Nell’accogliente Centro di Spiritualità “Madonna della Nova” si sono succeduti interventi di prim’ordine e dibattiti piuttosto vivaci, alla ricerca delle spiegazioni e delle soluzioni più pertinenti per i vari problemi posti sul tappeto. La stessa presenza del presidente nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale, professor Carlo Cirotto, biologo dell’Università di Perugia, ha dato lustro all’evento, che ha visto Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, parlare di “Diritto e religione nel Mediterraneo”, mentre l’illustre filosofo Armando Rigobello (Roma Tor Vergata) ha ricordato le antiche radici del mondo greco-latino ed arabo-islamico, cui ha fatto quasi da contrappunto la relazione di Franco Rizzi sulla situazione del Mediterraneo dopo le rivolte di primavera nell’Africa settentrionale. Gli economisti Stefano Adamo (Lecce), Francesco Giaccari (Lecce) e Ferruccio Marzano (Sapienza Roma) si sono soffermati sulla questione della globalizzazione e delle problematiche imprenditoriali. Poi F. Totaro ha affrontato la problematica strategica dell’uguaglianza, F. Gioia la crisi dovuta agli squilibri sociali e P. Tani (Firenze) più specificamente le disuguaglianze. A. Sabatini (magistrato a Reggio Calabria) ha presentato una relazione sui diritti dei poveri ed A. Bompiani (Policlinico Gemelli) sulle condizioni del welfare, argomento oggetto di attenzione anche da parte di A. Favaro (Venezia). Antonio Palmisano (Trieste) ha analizzato inoltre l’antropologia del benessere. Particolarmente apprezzato è stato Christian Honold, direttore della “Hermann Gmeiner Akademie” (Villaggi SOS), il quale ha messo in campo l’esperienza internazionale dovuta ad un’iniziativa di solidarietà fattiva con i bambini a forte rischio educativo. Un finale piuttosto animato ha caratterizzato le relazioni conclusive di Luigi Fusco Girard (Napoli) sugli ambienti urbani, di Ferdinando Boero (Lecce) su quelli marini (ma non solo) e di Daniela Fumarola, segretaria generale della CISL tarantina, sulla situazione della città dei due mari fortemente inquinata dalla presenza dell’acciaieria. Ha concluso i lavori, con piglio accattivante da par suo, l’assistente nazionale del Meic, il professor don Cataldo Zuccaro, già rettore della Pontificia Università Urbaniana.

Non è facile riassumere tutti i lavori, che rifluiranno comunque negli atti dell’VIII Convegno nazionale del Meic di Ostuni su “Globalizzazione – Disuguaglianze – Welfare – Il caso del Mediterraneo”. Per il momento ci si limita a dire che si è trattato di un incontro assai aperto alle diversità di istanze e prospettive sostenute dai partecipanti, così da ripagare in pieno gli sforzi fatti per la realizzazione di un evento così importante, per di più realizzato quasi in economia (i relatori hanno provveduto in proprio alle spese, straordinario esempio che molti altri dovrebbero seguire, anche per evitare sprechi ed abusi che tolgono risorse al welfare pubblico).