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Erode, i Magi e Gesù Bambino

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(Mt 2,1-12)

In questo Natale chiediamo la grazia di capire che non possiamo essere neutrali davanti a Gesù e davanti alle persone che ci sono accanto: o siamo dalla parte di Erode o da quella dei Magi.
Nella narrazione evangelica esiste una rete di rapporti interpersonali: i Magi, Erode, i sommi sacerdoti, gli scribi, il Bambino, Giuseppe, Maria… Ognuno di questi personaggi è legato agli altri e la storia di ciascuno dipende in parte dalle scelte che faranno gli altri. La storia sarebbe cambiata se quelle persone avessero fatto scelte diverse da quelle che hanno fatto. Non per questo avrebbe messo in crisi il piano di salvezza, ma certo Dio lo avrebbe realizzato diversamente. La storia di ognuno dipende dagli altri. A rifletterci a fondo, la solidarietà, prima ancora di essere un dovere di natura morale, si presenta come un dato di fatto, una condizione imprescindibile. L’essere in relazione con gli altri non dipende da noi. A questa legge non sfugge nemmeno il rapporto dell’uomo con Dio; lo voglia o no l’essere dell’uomo dipende dalla volontà divina. Il riconoscimento della dipendenza creaturale non è un fatto di natura vocazionale. Innanzitutto non è un fatto etico o vocazionale, ma un dato di fatto.
La presenza di quel bambino si impone sia al potere di Erode che alla scienza dei Magi e l’uno e gli altri non possono fare a meno di prendere posizione di fronte a lui; il destino loro è segnato dal rapporto col bambino. I Magi devono aver attribuito davvero un carattere eccezionale a questa nuova nascita, se hanno fatto tanta strada per vedere il bambino. I viaggi di allora non erano cosa semplice. Inoltre essi non hanno guadagnato niente dalla visita. Hanno trovato il mistero e hanno adorato. Poi sono tornati a casa. La loro vita si è arricchita da un incontro con il quale ormai devono fare i conti: il Bambino. Il Vangelo tace sul resto della vita di questi personaggi misteriosi, né interessava agli evangelisti investigare ulteriormente. I Padri della Chiesa e la tradizione costante della liturgia dell’epifania hanno interpretato la presenza dei Magi, non appartenenti al popolo di Israele, come la manifestazione della divinità di Gesù anche ai pagani.
Anche Erode entra in rotta di collisione col Bambino e non può fare a meno di cercarlo accuratamente. È un fatto: quella piccola presenza a far vacillare il suo regno. Non credo che la ricerca di Erode sia stata meno intensa e preoccupata di quella dei Magi. Ma quale grande differenza di fondo! Per ucciderlo l’uno e per adorarlo gli altri. E’ qui la differenza: nella decisione da prendere nei confronti del fatto che viviamo insieme agli altri. Non dipendono da noi la maggior parte dei rapporti che abbiamo; da noi dipende decidere il modo come viverli. Da una parte il riconoscimento dell’altro come compagno di via, dall’altra invece quella disperata ansia che deriva dalla paura dell’altro, spesso percepito come nemico e non come compagno.
Il Prologo del vangelo di Giovanni ricorda che Gesù si è fatto carne ed è venuto in mezzo a noi. Il Concilio Vaticano II ci spiega questo mistero in modo molto bello: con l’incarnazione Gesù si è unito, in un certo modo, ad ogni uomo che viene concepito sotto il cuore della madre. Come non possiamo separarci dalla nostra carne, senza cessare di esistere, così non possiamo separarci da Cristo. Qualunque cosa facciamo coinvolge il nostro rapporto con Cristo. Quel bambino ci è entrato nel sangue e nelle ossa. Non possiamo più liberarcene. Le nostre decisioni lo coinvolgono, lo riguardano, lo fanno crescere o cercano di ucciderlo. Chiediamo al Signore che ci renda consapevoli sempre di più di questa realtà: non esiste nessuna possibilità di essere neutrali davanti a Cristo. Nessuno è uomo per nessuno; chi non è niente per nessuno, non è persona. Ognuno è persona per qualcuno, e quand’anche non ci fosse nessuno, ognuno è persona per Dio, perché Dio lo ama. Ma questo ci chiede di esaminare il nostro rapporto con gli altri, nella cui persona è lo stesso Gesù che ci si fa incontro.

La riflessione di don Cataldo Zuccaro