1. Home
  2. Gruppi
  3. FOLIGNO Dalla crisi economica all’esigenza di giustizia
0

FOLIGNO Dalla crisi economica all’esigenza di giustizia

0

di ALVARO BUCCI

“Economia e politica” è stato il tema di un incontro svoltosi di recente ed organizzato dal Gruppo Meic di Foligno. A presentare l’iniziativa ed i relatori è stato il nuovo presidente del Gruppo, dr. Bernard Fioretti, ricercatore all’Università di Perugia, eletto da pochi mesi. Pietro Natalino Pergolari, consigliere nazionale del Meic, ha introdotto nella tematica riferendosi in modo particolare al documento “Progetto Camaldoli”, redatto nel 2009 a cura del Meic nazionale per aggiornare i contenuti dello storico dossier “Codice di Camaldoli”. E non ha trascurato di richiamare anche alcune anomalie sviluppatesi negli ultimi tempi nel campo dell’economia e della politica.
Sul tema dell’incontro ha svolto la relazione di base il prof. Giorgio Eduardo Montanari, preside della facoltà di Scienze Politiche all’Università di Perugia. Una relazione articolata ed approfondita sullo sviluppo dell’economia e della politica e del loro grado di interconnessione nel corso degli ultimi decenni. Il prof. Montanari ha infatti esordito sottolineando come sia evidente lo stretto legame che intercorre tra la politica e l’economia e come l’una sia subalterna all’altra. Sicuramente le scelte politiche condizionano l’andamento dell’economia e, viceversa, l’andamento dell’economia condiziona le scelte politiche. Ha quindi inteso percorrere alcune vicende del nostro mondo contemporaneo per documentare queste interconnessioni cercando di individuare anche alcune ragioni della nostra crisi economica.
Il prof. Montanari ha compiuto un excursus storico dell’evoluzione dei modelli economici nazionali e mondiale, anche alla luce di avvenimenti politici che hanno influito sui cambiamenti. A partire dalla caduta del muro di Berlino del 1989, che segna la fine della guerra fredda, della contrapposizione fra due blocchi di nazioni ed il passaggio ad una nuova fase storica che sembrava promettere nuove possibilità di sviluppo e di pace. Con il collasso dell’economia pianificata dell’Unione Sovietica, “l’economia di mercato pareva aver vinto la sfida e prende il sopravvento a livello planetario”. L’economia di mercato viene assunta anche dalla Cina che inizia così la sua straordinaria crescita economica. Anche i paesi ex comunisti si aprono agli investimenti stranieri. Il nostro Paese comincia a conoscere il fenomeno della delocalizzazione dell’industria manifatturiera dove il costo del lavoro è più basso. Si è così entrati nella globalizzazione. Il prof. Montanari ha proseguito ricordando l’attentato alle Torri Gemelle, l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio ed il suo ruolo di catalizzatore di investimenti e di delocalizzazioni dall’estero, la crescita dell’India, di altri paesi del Sud-Est asiatico, del Brasile, della Russia e del Sud Africa, lo spostamento crescente della produzione di beni occidentali ai paesi emergenti ed il rallentamento della produzione nei paesi occidentali. Ed è arrivato così a ricordare l’introduzione dell’euro, l’espandersi dei consumi a debito, la bolla immobiliare del 2007, l’aumento del rapporto debito/pil nel nostro Paese, la dimensione del nostro debito ed i suoi riflessi sull’attuale situazione economica e sociale.
Nell’ultima parte della sua relazione il prof. Montanari dopo citazioni di passi di interventi di Benedetto XVI e del cardinale Bagnasco in materia di valori e di concezione dell’uomo, ha concluso ha affermato che occorrerebbe riportare alla luce “quelle esigenze intime di giustizia, di senso, di bontà” che ci rendono capaci di comprendere la grande dignità dell’essere umano, di responsabilità verso il bene comune, di mettere l’uomo al centro dell’economia e dell’azione politica, di “rimboccarci le maniche nelle situazioni difficili e di prendere quello che accade, anche la crisi economica, come una sfida per cambiare”.