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LODI In oltre 300 all’incontro con Fausti. Oggi tocca a Emiliano Bos

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Lo scorso 3 ottobre c’è stato, promosso dal gruppo di Lodi, un incontro con il biblista Silvano Fausti sul tema “Il Dio in cui non credo”. I partecipanti sono stati circa trecento: una risposta particolarmente positiva. Riportiamo, di seguito, il testo dell’articolo pubblicato dal quotidiano locale “Il Cittadino” e il link per il riascolto dell’incontro, che è stato trasmesso in diretta radio, web e digitale terrestre dall’emittente locale RadioLodi.
Invece oggi, 24 ottobre, alle ore 21, il Meic di Lodi promuove un altro incontro in collaborazione con la Caritas Diocesana con la partecipazione di EMILIANO BOS, giornalista e scrittore, sul tema “IN FUGA DALLA MIA TERRA”. La serata, che come tutti gli incontri promossi dal gruppo di Lodi sarà trasmessa in diretta via radio, web (su www.radiolodi.it) e digitale terrestre, sarà dedicata al racconto e all’approfondimento di storie di popoli migranti e del compito di accoglienza, integrazione e solidarietà che riguarda il mondo occidentale.

Articolo di Silvia Canevara – da “Il Cittadino” di mercoledì 5 ottobre 2011

Non sarà con atti di potere che la cristianità potrà affermare i suoi valori nel mondo, perché «il cristianesimo si diffonde con la testimonianza di una vita impostata sull’amore, sulla solidarietà, sul servizio, sul rispetto della libertà e dignità di tutti, cominciando dagli ultimi e dagli esclusi, con i quali Cristo si è identificato». È un richiamo a riscoprire il vero volto di Dio quello lanciato da Silvano Fausti durante il seguitissimo incontro pubblico che si è svolto lunedì sera nell’aula magna del liceo Verri, promosso dal Meic della diocesi di Lodi in collaborazione con la Federazione universitaria cattolica italiana. Raffinato teologo, biblista, scrittore, fra i padri gesuiti fondatori di Villapizzone (una comunità nella periferia nord di Milano che ospita famiglie aperte all’accoglienza di persone in difficoltà), Silvano Fausti ha proposto un’attenta analisi del capitolo 23 del Vangelo di Luca (versetti dal 32 al 48) per smascherare le false convinzioni che molti cristiani hanno in merito alla natura di Dio. «Dio non è il padrone assoluto dell’uomo, Colui che fa le leggi, sorveglia, giudica, condanna alla dannazione eterna chi non rispetta la sua volontà. Questa è una visione diabolica di un Dio che per imporre valori si serve del proprio potere, la stessa visione che ebbe il demonio quando tentò Gesù nel deserto. Ma il vero volto di Dio è diverso dai fantasmi religiosi che si creano gli uomini, e si rivela nell’attimo in cui Gesù sale sulla croce: Dio è Dio perché ama così tanto i suoi figli da perdersi per loro sulla croce, perché si mantiene fedele al suo patto di solidarietà con gli uomini fino alla maledizione della crocifissione». L’immagine del Dio trionfatore, seduto sul trono nel giorno del giudizio, pronto a punire i colpevoli per ciò che hanno commesso, è completamente ribaltata dal Vangelo di Luca: il trono è la croce, «e il suo giudizio consiste nel subire la condanna, nel dare la vita a chi gliela sta togliendo». Per questo il momento della crocifissione rappresenta la nascita di un mondo nuovo, «perché annuncia l’avvento di un Dio che nasce sulla terra, condannato alla stessa pena dei malfattori crocifissi accanto a Lui, disposto a perdersi per loro e per tutti». È questo il Dio a cui l’uomo deve assomigliare, narrato nel corpo di Gesù crocifisso accanto agli ultimi, fattosi ultimo egli stesso: «E quando all’uomo, lungo il suo cammino, capita di scartare anche il più piccolo degli uomini, in quel momento sta rinunciando a riconoscersi come figlio di Dio».