Nel ciclo di incontri del Gruppo FUCI/MEIC organizzato dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Sant’Ivo alla Sapienza di Roma mercoledì 20 gennaio 2010 si è tenuto presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma un appuntamento ecumenico che si è inserito nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Partendo da Atti 8, 26-40, Annarita Caponera (docente presso l’Istituto Teologico di Assisi) ha posto in rilievo come il fattore dell’unità fra gli uomini (e quindi fra i cristiani) sia la pace. La storia del cristianesimo è stata costellata da contrasti e guerre. L’ecumenismo trova terreno fertile – più che nelle dispute teologiche – nell’affrontare i problemi concreti dell’esistenza umana: da qui l’importanza della dottrina sociale della Chiesa e del contributo che essa può dare al cammino ecumenico. Il dialogo ecumenico è in grado altresì di mettere in luce il contributo dato dal cristianesimo alla cultura europea.
Daniele Garrone (decano della Facoltà Valdese di Teologia) è partito da Isaia 19, 23-25, sottolineando la visione alta di Isaia, che fa vedere come la fede in Dio faccia diventare gli uomini qualcos’altro pur rimanendo se stessi. Ebrei e Egiziani onoreranno Dio, senza convertirsi alla religione dell’altro. Dio conserva l’individualità di ciascuno e la sua benedizione coinvolge tutti i popoli: colpito e guarito non è solo Israele, ma anche l’Egitto, anche chi non appartiene quindi al popolo di Dio. Da ciò deriva l’invito ad evitare qualsiasi forma di integrismo e di fondamentalismo, consapevoli che il dialogo deve prevalere sulla chiarezza definitoria.
Il dibattito che si è sviluppato ha toccato il legame fra ecumenismo e dialogo interreligioso e i rapporti fra i cristiani e gli ebrei. E’ stato inoltre ricordato che la libertà religiosa rientra a pieno titolo fra i diritti umani non negoziabili.
In allegato la relazione svolta da Annarita Caponera