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Un referendum incerto in un Paese incertissimo

17 Settembre 2020

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Il referendum sulla riduzione del numero di parlamentari sembra riscuotere poco interesse fra i cittadini, anche se si moltiplicano sui media le prese di posizione di politici, uomini e donne di cultura, autorevoli rappresentanti della società civile.

E' certamente vero che l'attenzione delle persone è concentrata su altri temi: il contagio del virus che non si ferma, la ripresa della scuola con le incognite che l'accompagnano, le preoccupazioni per il quadro economico e per il lavoro.

Il referendum inoltre tocca sì un punto importante della vita democratica del nostro Paese, perché non è indifferente il numero dei rappresentanti del popolo italiano in Parlamento; tuttavia non è chiaro il quadro entro si cui si inscrive questa modifica costituzionale, stanti le grandi difficoltà a trovare un accordo quanto meno sulla legge elettorale, ma ancor più su un diverso assetto costituzionale. A ciò si aggiunta che il voto su una precisa modifica della nostra Costituzione, in realtà abbia progressivamente assunto sempre più una connotazione politica.

Questo genera incertezza fra chi domenica prossima dovrà recarsi alle urne; e parlando con molte persone, vi è la tentazione, salvo in quelle realtà ove si voti anche per le amministrazioni regionali o comunali, di disertare questo appuntamento elettorale.

Come associazione ecclesiale, che ospita al suo interno differenti sensibilità sul tema referendario, rimarchiamo l'importanza di esprimere, ognuno secondo le sue personali valutazioni, il proprio voto. Anzitutto perché non si può far mancare mai la propria scelta, soprattutto quando si è chiamati a modificare un punto, per quanto limitato, della Costituzione. E poi perché, se solo una ridotta minoranza degli aventi diritto al voto si presentasse alle urne per approvare o disapprovare quanto deciso dal Parlamento, questo indebolirebbe molto il valore del risultato ottenuto, qualunque esso sia.
Guardando poi oltre queste elezioni, occorrerà, anche noi come associazione, avere attenzione a non lasciar cadere il tema delle riforme istituzionali e all'esigenza, che sempre più si fa strada, non tanto di diminuire il numero di parlamentari, ma di far emergere personalità più autorevoli, per competenza, serietà e saggezza.

La Presidenza nazionale del Meic

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