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"Perņ non dovremmo criticare continuamente la Chiesa"

19 Giugno 2013

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Il 10 giugno scorso su questo sito veniva pubblicata una lettera di Pierino Lacorte  sul ruolo degli intellettuali cattolici e l'"afasia" della Chiesa. A Lacorte ha risposto Vincenzo Placella.


Fraternamente osservo che non dobbiamo continuamente "assalire" la nostra Madre Chiesa: lo fa continuamente il "mondo" (inteso giovanneamente): ad esso non manca nulla perché dobbiamo aggiungere anche la nostra parte: dai centomila cristiani che vengono uccisi ogni anno "in odium fidei" senza che nessuno (compresi noi cristiani da salotto, per usare un'espressione dell'attuale Papa) se ne occupi: ONU, Amnesty International, Ue, in tutt'altre faccende affaccendata (non mi riferisco, ovviamente, ai timidissimi passi per combattere la disoccupazione dilagante...). Anche i mitissimi buddisti e i "non-violenti" indù ci ammazzano senza pietà e i nostri fratelli musulmani (chi si occupa di Asia Bibi, se non il cattolicissimo "Avvenire" dell'odiata Conferenza Episcopale Italiana? Non certo, ad esempio, Amnesty che lanciò un appello una sola volta, su mie insistenti pressioni). Il mondo è "inondato" dalla carità dei cristiani: missionari, volontari...Madre Teresa ha "coperto" il pianeta: le sue esequie furono più splendide di quelle di qualunque potente e tutti, cristiani e non cristiani, parteciparono. Ma fu un fatto mediatico, si dirà! Sfido chiunque a dire una cosa del genere.

Oltre alla sentenza della mano destra e della sinistra, citiamo anche quella della Città posta sul monte! E poi, la quotidianità delle suore di Madre Teresa nessuno dei mass media la vede, come di tanti che operano ogni giorno ed ogni notte per i poveri di Cristo.

La lettera pubblicata parla dell'"afasia" dei cattolici. È vero: specialmente i Movimenti ecclesiali più tradizionali sono troppo muti. Chi tace rischia di acconsentire, come al tempo del nazismo (un'altra "afasia" cattolica è quella sulla vita umana: gli odiati Papi (sia dai "progressisti" che da "tradizionalisti") ne hanno sempre parlato). A proposito di Papi: vedete il caso di Benedetto XVI, stretto, appunto, dai "progressisti" e dai "tradizionalisti", un vero martirio per una delle più grandi menti dei nostri tempi e uomo di santità e dolcezza altissime.

Non vi è dubbio che una certa burocrazia nuoce alla Chiesa. Ma chi non ne ha? C'è bisogno di fare esempi a proposito del nostro Stato e della maggior parte delle amministrazioni pubbliche? Ha ragione l'estensore della lettera: dobbiamo essere noi singoli cristiani a "svegliare" i nostri "capi": religiosi, dice la lettera, anche politici, aggiungo io.

Vincenzo Placella