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Teologia
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Osservatorio "Teologia"

Referente: prof.ssa Rosaria Capone (già Docente di Teoria e tecnica delle Comunicazioni Sociali ISSR Aversa - rosaria.capone [at] alice.it)

Premessa
L'invito ad approfondire il Concilio Vaticano II rappresenta un'occasione di grande importanza per ripensare la nostra identità e ritrovare lo spirito giusto per affrontare le problematiche antiche e nuove del nostro vivere senza mettere in parentesi la fede o considerarla come realtà puramente personale.
Le verità della fede vanno vissute nella concretezza della storia, il che significa che hanno necessità di essere trasformate in valori non solo visibili ma anche accettati, per quanto è possibile, dagli altri. Il dialogo, il rispetto e la ricerca sono la base irrinunciabile perché credenti e non credenti costruiscano una storia, che accomuni tutti nella ricerca di un bene comune, quale sintesi del vero, del bello e del giusto.

Obiettivi
La Costituzione Pastorale Gaudium et Spes recita: «è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche. Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico.» (G.S.4). Certo il Concilio non è stato vissuto con serenità all'interno della Chiesa, ma è stato accompagnato da una dialettica non equilibrata, espressione non tanto di un auspicato impegno intellettivo di ricerca critica, ma di una negativa conflittualità. Tutto questo ne ha ritardato una conoscenza pacifica gioiosamente accettata e, conseguentemente, ne ha vanificato in parte l'attuazione.
Del Concilio, spesso, si è fatto un uso caleidoscopico - come h scritto lo storico belga Soetens - per cui bastava cambiare riferimenti e citazioni perché ognuno costruisse un'interpretazione dello stesso a proprio uso e consumo. Eppure, quelli del Concilio furono anni veramente di grazia.
La teologia, in primis, è chiamata a mettere a fronte le ragioni e le fonti della fede con il diverso modo di sentire della modernità, senza nascondere né dissimulare le difficoltà. La sfida riguarda la possibilità che la fede non diventi marginale nella vita sociale, quasi un fatto privato, e nello stesso tempo che la chiesa non si trasformi in una Istituzione tra le istituzioni, che appoggia o contende il potere per finalità puramente umane.

Contenuti da sviluppare
Alla luce del Vaticano II la teologia deve sempre più acquisire alcuni valori di fondo del mondo moderno, come strumento della propria rinnovata interpretazione della verità cristiana. Fare propria l'istanza della libertà e della criticità, mettendo da parte la vecchia contrapposizione tra fede e sapere critico riappacificandosi con la modernità nella ricerca di un dialogo costruttivo.
Problemi come la responsabilità verso il futuro del pianeta sotto l'aspetto demografico; la regolamentazione delle nascite a livello mondiale; la bioetica; l'ingegneria genetica; la fecondazione artificiale; rappresentano la nuova sfida che la teologia è chiamata ad affrontare guardando a queste nuove realtà non come a diaframmi che le impediscono di essere per l'uomo d'oggi luogo dove può incontrare la verità di Dio, ma occasione di confronto di varie competenze scientifiche e di collaborazione tra soggetti di fedi diverse, per un approccio più sereno nella ricerca del bene comune.

Itinerario
- Confronto dialogico con i sei ambiti degli Osservatori.
- Nessun appiattimento acritico sulle teorie scientifiche o le ideologie filosofiche - dell'oggi.
- Rifiuto di ogni chiusura dinanzi al nuovo contesto culturale.
- La consapevolezza che la verità può essere accolta solo liberamente, perciò non va imposta ma testimoniata con la vita, e che una formulazione della verità non è l'unica possibile per tutti i tempi, come insegna il Vaticano II.
- Non ogni verità va bene, che sarebbe concretamente la fine della teologia stessa. Ma la valorizzazione della molteplicità delle culture e delle religioni da intendere come riconoscimento dell'amore di Dio, che parla a tutti anche se in modi diversi. E nello stesso tempo per elaborare una teologia ecumenica che propone la propria verità non in forma egemonica ma come apertura d'amore verso gli altri.
- Il pluralismo culturale, la situazione di frammentazione non può certo significare, per la teologia, conformarsi al modo di pensare più diffuso relativamente al diritto illimitato di divorzio, aborto, eutanasia, droga, sessualità senza regole, libertà illimitata delle biotecnologie, benessere, piacere individuale.
- Ma la teologia deve esprimere sempre più la convinzione che la causa di Dio e quella dell'uomo sono convergenti.

Indicazioni operative
- Individuare le problematiche inerenti il proprio ambito, oggetto di discussione e di dibattito all'interno della Chiesa e non.
- Raccolta di materiale prodotto all'interno del MEIC e fuori di esso.
- Metterlo a disposizione dei vari ambiti e successivamente della Direzione.