di GIOVANNA COSTANZO

In occasione della beatificazione dello scorso ottobre, il Meic di Messina sta organizzando una serie di incontri, introdotti da insigni studiosi, sui documenti di Paolo VI. Martedì 27 gennaio si è tenuto un incontro curato da P. Giuseppe Lonia, docente di Ecclesiologia della Diocesi messinese, sul documento Ecclesiam Suam (1964).

Di fronte ad un pubblico sempre più attento, P. Lonia ha messo in evidenza la straordinaria attualità di quella profetica "dimensione esodale" della Chiesa, che annunciata in questo documento avrebbe trovato poi i suoi attuatori in Giovanni Paolo II e Francesco, consapevoli come la missione della Chiesa sia in questo "movimento di uscita da sé". Con un linguaggio straordinariamente attuale, è emersa la sensibilità straordinario di un pontefice, che mentre traccia i contorni di una Chiesa sicura della sua identità, tenta al contempo di aprire nuove vie e nuovi itinerari nella consapevolezza della ricchezza che può sopraggiungere ai credenti, quando ognuno si apre all'incontro senza barriere e pregiudizi verso tutti i fratelli, specie se più lontani e diffidenti.

Se è vero che ogni incontro ci cambia, ci "altera", questo ci arricchisce nella misura in cui insieme si riesce a costruire un "dialogo" in cui i conflitti diventano occasione di incontro più che di scontro. Se sorretto dai pilastri della "chiarezza, della mitezza, della fiducia e della prudenza", il dialogo - evocato in una Europa che ancora provava a ricostruirsi dopo le macerie di due terribili guerre- può veramente diventare fucina di legami duraturi e consapevoli, quando diventa il luogo naturale di una parola che riscopre non solo la sua dimensione umana, il "suo essere espressione più propria dell'umano", ma anche quella dimensione che apre all'incontro e all'ascolto di una parola che prima di essere pronunciata deve anche essere accolta e ascoltata.