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Il Meic alla Settimana sociale con Coscienza

21 Settembre 2013

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La scorsa settimana il Meic, con una sua delegazione, ha preso parte a Torino alla 47a Settimana sociale dei cattolici italiani. In contemporanea è uscito il numero 3-4 della nostra rivista, con uno speciale dedicato alla famiglia, tema al centro di questa edizione. La rivista è stata distribuita tra i delegati.
Di seguito pubblichiamo l'editoriale del presidente Cirotto che spiega le ragioni di questo numero speciale e del dossier sulla famiglia, che è interamente scaricabile in pdf nell'area dedicata alla rivista.


FAMIGLIA: BISOGNO DI VERITA'
Carlo Cirotto

Scrivo con gli occhi e l'anima ancora colmi di un'immagine straziante. Sono appena usciti i giornali con l'ennesima foto della guerra in Siria. Questa volta però non case distrutte né uomini in armi, ma una fila lunga e ordinata di piccoli corpi ancora in pigiama, avvolti in lenzuola bianche, con il volto sereno di chi dorme. Sopra uno di essi una donna vestita di scuro, con il corpo contorto dallo spasimo. È una madre che piange il proprio bambino. C'è anche un uomo, lì vicino, che cerca di aiutarla mentre accarezza il volto del piccolo morto. È il padre. Strazio su strazio.

È la scena del Golgota che si ripete inesorabile. La tradizione dice che san Giuseppe era già morto quando Gesù fu inchiodato alla croce, ma se fosse stato vivo sarebbe stato lì anche lui e avrebbe consolato Maria e accarezzato il figlio morto. Siria come Golgota. Immagini di famiglie nel dolore.

Introducendo questo numero di Coscienza dedicato alla famiglia, avrei potuto scegliere immagini meno tragiche di vita familiare. Ma non l'ho fatto per almeno due motivi. Il primo è che essa rappresenta, certamente meglio che tante altre, la difficoltà dei tempi che stiamo vivendo, tempi di reale emergenza antropologica. Se, infatti, nel mondo c'è qualcuno che decide di uccidere bambini mentre dormono, vuol dire che dai tempi di Erode le cose non sono cambiate e che mente e cuore troppo spesso smettono di funzionare. Il secondo motivo è che anche molte, troppe nostre famiglie sperimentano dolore e difficoltà - pur se, grazie a Dio, a un livello meno tragico che in Siria - e reputo doveroso che tali situazioni di disagio siano esaminate con chiarezza (con parresia, potremmo ben dire) senza alcun tentativo di addolcimento. Ce lo insegna ogni giorno Papa Francesco, che non teme di chiamare le cose con il loro nome, facendo intendere che solo così le parole e gli atti di misericordia che necessariamente devono seguire possono avere il carattere della concretezza e dell'efficacia.

L'invito a riflettere sul tema della famiglia viene dalla 47ma Settimana sociale dei cattolici italiani che si celebra a Torino dal 12 al 15 settembre ed ha come tema "La famiglia, speranza e futuro per la società italiana". In questo fascicolo di Coscienza si trova il contributo che il MEIC intende offrire al complesso lavoro di scavo analitico e di proposta in programma a Torino. La testimonianza dei coniugi Benciolini, con il linguaggio asciutto e a tratti duro tipico di chi è "sul pezzo" da tanti anni, presenta le sfide che esperti in altri campi si incaricano di raccogliere nei contributi che seguono. Così, Petrà utilizza la chiave di lettura teologica, D'Andrea e Lezzi si servono di quella giuridica mentre gli strumenti del sapere sociologico permettono a Di Nicola di affrontare le complesse tematiche del welfare. Tutti sono ispirati dallo stesso ideale enunciato da Ferrarotti, decano dei sociologi italiani, nell'intervista di Cipriani: «Permettere alla verità di parlare attraverso di noi».

Quello dell'amore alla verità è l'anello che ci congiunge anche al passato. Un passato bello, fatto di tanta gente che a questo ha sempre aspirato. Ne ricordiamo due in particolare: padre Enrico da Rovasenda, per tanti anni assistente nazionale del MEIC, e Lamberto Riva, recentemente scomparso, a cui tutti siamo profondamente legati da affetto e riconoscenza.

È tale ricerca appassionata della verità che anima i contributi di questo numero, la cui intenzione non è di riconfermare i punti fermi del matrimonio e della famiglia, ma di avviare o continuare la ricerca sugli aspetti più problematici.


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