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Un abbraccio che cambierà la storia

12 Febbraio 2016

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di ANNARITA CAPONERA *

Siamo tutti in attesa dello storico incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill.

L'abbraccio tra la prima e la terza Roma è molto importante perché segna un disgelo tra le parti, iniziato già in precedenza, ma che ora si sta pienamente realizzando.

Non ci aspettiamo chissà quali pronunciamenti ma sicuramente questo evento sancisce come Francesco, non partendo da zero e facendo tesoro dei passi compiuti dai suoi predecessori, ha impresso una potente svolta alla storia.

Si sta veramente compiendo quello che la Unitatis Redintegratio (decreto del Concilio Vaticano II sull'ecumenismo) auspica nel rapporto con le Chiese Ortodosse al n. 14:

"Non si deve parimenti dimenticare che le Chiese d'Oriente hanno fin dall'origine un tesoro dal quale la Chiesa d'Occidente ha attinto molti elementi nel campo della liturgia, della tradizione spirituale e dell'ordine giuridico. Né si deve sottovalutare il fatto che i dogmi fondamentali della fede cristiana sulla Trinità e sul Verbo di Dio incarnato da Maria vergine, sono stati definiti in Concili ecumenici celebrati in Oriente e come, per conservare questa fede, quelle Chiese hanno molto sofferto e soffrono ancora".

Non a caso pare proprio che uno dei temi di cui parleranno i due primati nel loro faccia a faccia sarà la questione dell' "ecumenismo del sangue" - più volte ricordato dal Pontefice - che di fatto sta accomunando in questi tempi tutti i seguaci di Cristo e che evidenzia come sia necessaria e urgente la più stretta collaborazione e cooperazione tra le Chiese cristiane.

* Docente di ecumenismo e dialogo all'Istituto Teologico di Assisi, presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Perugia, presidente del Centro Universitario ed Ecumenico San Martino di Perugia