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“Dal Sud al Nord”: il Meic a Caserta per un’Europa aperta

05 Novembre 2016

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Dal Sud al Nord. Per tenere insieme il Paese, per ripartire da una questione tanto antica quanto irrinviabile come quella meridionale, per ricostruire un'Italia "casa comune" e un'Europa aperta e solidale a partire dal Mezzogiorno, che del continente è la porta sul Mediterraneo, una porta oggi tragicamente attraversata da migliaia di donne e uomini in cerca di sopravvivenza e dignità. È da qui che riparte il Meic con il suo convegno nazionale, intitolato proprio "Dal Sud al Nord. Un'Europa aperta al Mediterraneo", che si terrà a Caserta dall'11 al 13 novembre prossimi, in uno scenario tra i più belli d'Italia: la Reggia vanvitelliana.

«Abbiamo voluto dare un segnale di attenzione alla realtà dei nostri gruppi meridionali, che in questi ultimi anni si sono spesi per realizzare iniziative comuni", spiega il presidente del Meic Beppe Elia. Un convegno al Sud, quindi, ma non solo del Sud: «Non dimentichiamo però che il Convegno è nazionale -  dice ancora il presidente - e che il tema affrontato chiama in causa tutto il Movimento, in ogni sua espressione locale».

Il programma è davvero ricco. Sarà Francesco Donadio, già ordinario di Storia della filosofia all'Università Federico II di Napoli, a dare il via ai lavori a partire da una lettura teologica dell'enciclica Laudato si'. Subito dopo toccherà invece al magistrato Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, raccontare come la cultura della legalità sia fondamentale per cambiare l'Italia.

La seconda giornata di lavori sarà dedicata ai dialoghi: il canonista Nicola Colaianni e l'economista Emanuele Felice discuteranno di Meridione come cuore del rinnovamento sociale e culturale italiano ed europeo, mentre il presidente della Fondazione Con il Sud Carlo Borgomeo e l'ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ragioneranno di idee e progetti per il Sud e il Paese a partire dall'attenzione ai luoghi e dalla creatività. La giornata sarà anche l'occasione per ascoltare le testimonianze di Francesco Diana, presidente dell'associazione dedicata a don Peppino Diana (il sacerdote vittima della camorra), e di don Tonino Palmese, vicario episcopale per la carità della diocesi di Napoli.

Il convegno verrà infine chiuso da una tavola rotonda sul ruolo profetico della Chiesa: le voci in campo saranno quelle del teologo Massimo Naro, del magistrato Augusto Sabatini e di Vincenzo La Monica, responsabile immigrazione ed osservatorio delle povertà della Caritas di Ragusa.

Il convegno di Caserta si inserisce nel percorso di rinnovamento della proposta del Meic. Da un lato, è l'occasione per ribadire la necessità «che ogni gruppo MEIC individui un suo modo di essere presente nel proprio territorio secondo le proprie attitudini e con attenzione alle esigenze che lì si manifestano», sottolinea Beppe Elia, con la consapevolezza che «è nostro compito vivere soprattutto i problemi "di frontiera", che le comunità ecclesiali (e il laicato in primis) hanno difficoltà di comprendere e che quindi pongono raramente fra i loro obiettivi. E che dobbiamo costruire progressivamente una Chiesa che riscopra il valore della sinodalità: papa Francesco a Firenze, richiamando la Evangelii Gaudium, ci ha sollecitati ad essere più determinati e creativi. Ho l'impressione che la Chiesa italiana continui a faticare molto nel cambiare passo; a maggior ragione noi dobbiamo dare il nostro apporto di intelligenza e di apertura con lo stile dialogico che ci è proprio. Non ci deve spaventare l'essere una piccola realtà, se sapremo essere comunque vitali nel tessuto delle nostre comunità». A Caserta il Meic vuole mostrare questa vitalità e metterla ancora una volta a servizio del Paese e della Chiesa.